Sabato Asti ha ospitato il suo secondo Pride organizzato per dare voce alle rivendicazioni civili della comunità LGBTQI. Come sempre l’opinione pubblica si è divisa tra favorevoli e contrari. Di seguito pubblichiamo il botta e risposta tra il consigliere comunale di Villanova d’Asti ed ex candidato a sindaco, Andrea Mattana Renon e l’associazione Asti Pride.
«La trasgressione volgare voluta in questi eventi non è l’ordinaria quotidianità che vorrei»
C’è chi, da omosessuale, o nel mio caso bisessuale, non va al Pride perché non può dirsi rappresentato da esibizionisti dell’ultima ora. Alcune persone vanno per mostrare solidarietà a gente per anni probabilmente umiliata forse pensando di trovare sostanza invece trovano solo apparenza. Uomini truccati da donna, cartelli contro politici del tutto discutibili, esternazioni quantomeno opinabili, manifestazioni d’affetto che rasentano il ridicolo e tendono anche all’osceno e altre situazioni del genere di cui un normalissimo gay si vergogna non poco. Il Pride di oggi ormai è una carnevalata che vorrebbe essere protagonista del politicamente corretto ma che getta ombra e dubbi sulla sua naturale vocazione e cioè garantire pari opportunità ad ogni individuo e metterlo al centro del dialogo nella società.
Con queste sfilate si accentua ancor più la discriminazione poiché lo spettacolo viene prima dei concetti. Sembrerebbe l’apparire il re della festa e non l’essere come individuo investito di una sua personalità legittima e difendibile. La trasgressione volgare voluta in questi eventi non è l’ordinaria quotidianità che vorrei e proprio questa grossolanità mi investe e mi ghettizza quasi come se io fossi come quei signori e signore che sfilano tra trucchi e paillettes vestiti da donna o uomini e viceversa. Questo non è il mio mondo né quello che vorrei.
Questa mascherata mi offende profondamente come uomo nella mia scelta intima di essere ciò che sono e ciò che voglio essere. Sono vicino a tutte le famiglie che prendono le distanze da questi eventi e che infastidiscono parecchio i gay che vivono la loro sessualità in maniera normalissima e che a vedere queste cose si vergognano non poco. Il Gay Pride è quindi sempre più una chiusura, una ghettizzazione, dove certi omosessuali se la cantano e se la suonano non pensando al danno che fanno ad altri e all’esempio che danno. È oggettivo che certe situazioni allontanino l’opinione pubblica dall’argomento “omosessualità” poiché, se rappresentata in questo modo, rischia di far fare mille passi indietro piuttosto che uno avanti.
Naturalmente ognuno ha il diritto di manifestare come io ho di scrivere queste poche righe di dissenso. Amo il mio compagno, l’amore non ha bisogno di essere rappresentato se non dai gesti quotidiani nella coppia e nella famiglia. Forse la riservatezza e vivere i propri sentimenti in maniera sincera e pura è l’unica arma contro le discriminazioni di genere.
Andrea Mattana Renon
«Auspichiamo che il sig, Mattana Renon approfondisca meglio la storia del movimento LGBTQI+»
Spiace leggere che il sig. Mattana Renon, di cui non conosciamo storia e biografia, utilizzi le stesse argomentazioni utilizzate da coloro che, una certa classe politica in primis, da sempre cercano di ostacolare le lotte e le battaglie per il riconoscimento di piena inclusione ed uguaglianza per la comunità LGBTQI+ (la “B” rappresenta il mondo bisessuale). Auspichiamo che il Sig, Mattana Renon approfondisca meglio la storia del movimento LGBTQI+ a partire da quella “prima volta” a Stonewall.
Facendolo siamo sicuri che scoprirebbe che ciò che lui etichetta come carnevalate o volgarità, rappresentano invece la volontà di essere visibili al mondo per quello che si è, senza maschere o operazioni di “camuffamento” e “normalizzazione”. Il pride è uno spazio di libertà per tutt* e gli spazi di libertà vera mal tollerano recinti, confini, giudizi e pregiudizi, che, invece, abbiamo letto in abbondanza nella sua lettera aperta.
Auguriamo al sig. Mattana Renon tutto il bene di questo mondo, in particolare, se un giorno vorrà, di poter sposare (magari non con un’unione civile ma con il matrimonio ugualitario), il suo amato compagno. Se lo potrà fare, sarà soprattutto grazie, a quelle migliaia di persone che ogni anno scendono in piazza in modo “volgare” e “carnevalesco”.
Associazione Asti Pride
Una risposta
La smettete di bisticciare per cose che non interessano a nessuno?
Qui serve il lavoro e la giustizia.