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Il consigliere regionale Isnardi (Pd): «Audizione Rfi e Trenitalia insoddisfacente»

Il politico astigiano chiede all’azienda che «oltre ai grandi piani per il futuro pensi a risolvere le tante criticità di oggi»

Il consigliere regionale del Pd, l’astigiano Fabio Isnardi, interviene sugli ultimi disservizi denunciati dai pendolari che ogni giorno viaggiano sul treni lungo la rete ferroviaria del Piemonte. «Nella settimana in cui da tutta la rete ferroviaria regionale arrivano segnalazioni di ritardi e cancellazioni di treni, per non parlare della scarsa o inesistente comunicazione agli utenti, in Commissione Trasporti abbiamo incontrato i rappresentanti di Rfi e Trenitalia – commenta Isnardi – Tante belle parole, tanti progetti per il futuro, lontani però anni luce dalla complessa realtà con cui quotidianamente si confrontano i passeggeri sui treni regionali».

Rfi ha legittimi e ambiziosi piani per le infrastrutture e le stazioni di domani, ma secondo Isnardi «l’azienda trascura l’ordinaria gestione dei tanti e inaccettabili disservizi quotidiani ai quali servirebbe invece dare subito una risposta». Allo stesso tempo, è urgente che Trenitalia investa risorse in tutti i suoi treni, non solo in quelli ad alta velocità e quelli che percorrono le linee principali. «Comprendiamo che offrire un servizio abbia un costo, ma trasporti inefficienti, specie a livello locale, pregiudicano la qualità di vita dei pendolari, con pesanti ripercussioni sul mondo del lavoro e la società nel suo complesso – continua il consigliere astigiano – Tanto più oggi che sempre più persone, per recarsi a scuola o al lavoro, vorrebbero scegliere il treno. Offrire ai cittadini un trasporto ferroviario efficiente e affidabile è il miglior incentivo possibile a una mobilità sostenibile. E invece i servizi non sono aumentati, né migliorati, mentre il costo di biglietti e abbonamenti continua a salire e nel bilancio della Regione non c’è traccia della promessa elettorale del Presidente Cirio di un trasporto regionale gratuito per i giovani fino ai ventisei anni».

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