Cerca
Close this search box.
280785568_2935583613416726_2552312183712851868_n
Attualità
La testimonianza

Il Console di Ucraina in Piemonte si commuove ricordando le sue radici astigiane

Dario Arrigotti all’Asta della Barbera rivela il suo profondo legame con la città

E’ stato l’intevento più commovente dell’Asta della Barbera. Quello di Dario Arrigotti, Console di Ucraina a Torino visibilmente emozionato fin da quando ha preso la parola sul palco. «Le mie radici sono astigiane – ha esordito – i miei nonni erano di Asti, uno capostazione, l’altro calzolaio in via Quintino Sella e ad Asti ha vissuto anche mio padre, pur essendo nato a Calliano».
Lo stesso padre, leva 1923, che frequentò il Conservatorio di Asti, suonò nella Banda municipale di Alessandria e dopo l’armistizio si nascose a Cioccaro di Penango, da una zia che altro non era se non la madre di Beppe Firato, il grande ristoratore anima per tanti anni della Locanta del Sant’Uffizio.
Il ricordo lo commuove fino alle lacrime spiegando la sua chiara posizione sulla decisione di mandare o no armi ai resistenti ucraini.
«Una notte, quando mio padre era nascosto al Cioccaro, un aereo inglese paracadutò una cassa contenente armi e fu solo grazie a quelle che poterono resistere contro i tedeschi».
Sulla guerra ha candidamente ammesso di non esserne stato sorpreso: «Sapevamo che il dispiegamento di forze che ha preceduto l’invasione non poteva essere solo un atto dimostrativo. Quello che mi ha sorpreso, invece, è stato lo tsunami di solidarietà, affetto e vicinanza al popolo ucraino. Dal Piemonte in particolare. Non c’è Comune, associazione, onlus piemontese che non stia lavorando per aiutare gli ucraini. E questo è uno straordinario segno di solidarietà».
Si commuove anche quando ricorda l’arrivo dei primi rifugiati a Volpiano: «Ho visto scendere dall’autobus una giovane donna.
Era ancora in pigiama e ciabatte; con sè aveva due borsine di plastica e un bambino piccolo al seguito. Il suo mondo era andato in frantumi».
In Piemonte, dall’inizio della guerra ad oggi, ha riferito, è raddoppiata la presenza di persone ucraine: 10 mila prima, circa 20 mila oggi.
Ma tutte integrate perchè la gran parte di loro sono giunti già attesi da amici o parenti.
In provincia di Asti ce ne sono poco meno di 400 e solo un’ottantina sono nei centri di accoglienza, mentre gli altri sono in famiglia o piccole comunità.
«Le famiglie si stanno accollando totalmente le spese di accoglienza dei rifugiati – ha detto ancora il console – per questo motivo iniziative come l’Asta della Barbera sono importanti perchè potranno anche dare un sostegno a questo tipo di accoglienza che no potrà essere volontaristica ancora a lungo».
Ricordandoci la fortuna di vivere in Europa: «La pace non è solo l’assenza di guerra e bombardamenti. E’ anche libertà, giustizia, democrazia, sicurezza personale, autodeterminazione di una nazione. Ed è questo che l’Ucraina vuole».

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Scopri inoltre:

Edizione digitale