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Il corteo di Asti Pride lancia un messaggio: «Non abbiamo paura di essere quello che siamo» (video e foto)

Sabato oltre 2.000 persone hanno partecipato al terzo Pride di Asti per le vie del centro per rivendicare i diritti della comunità Lgbtqi+

«Disobbedite, disobbedite, rompete le regole: non fatevi mai dire che non sta bene quello che vi fa stare bene. Oggi noi tutti stiamo urlando che ci piacciamo così come siamo, che non abbiamo paura di essere quello che siamo. A chi ci odia, diciamo: non abbiamo paura di voi». È prendendo a prestito le parole della scrittrice Michela Murgia che Patrizio Onori, ex presidente di Asti Pride, ha rimarcato l’importanza per la comunità Lgbtqi+ di continuare a scendere in piazza per rivendicare i propri diritti e difenderli in un momento storico definito “pericoloso”.

Sabato oltre 2.000 persone hanno partecipato al corteo arcobaleno di Asti Pride tra le vie del centro storico. Un Pride ormai collaudato, organizzato dall’associazione Asti Pride, ma senza il patrocinio del Comune di Asti al quale non è stato chiesto di sostenere ufficialmente la manifestazione. Al motto di “God Save the Queer”, la comunità Lgbtqi+ e molte persone che sostengono le rivendicazioni del Pride sui diritti civili hanno sfilato al ritmo di musica, cantando e mostrando bandiere e striscioni arcobaleno.

Madrina dell’evento la conduttrice radiofonica e rapper La Pina, voce storica di Radio Deejay. «Sono qua perché credo che sia importante sostenere le battaglie degli altri – ha commentato prima della partenza del corteo – Se ognuno combatte solo la propria battaglia non vinciamo nessuna guerra. Poi perché bisogna restituire il favore a chi ha votato per il divorzio o per l’aborto. Sostenere i diritti di tutti è importante e mi sembra proprio il minimo indispensabile. Questo è un piccolo Pride e ritengo che sia più importante supportare quelli piccoli che quelli già super grandi e sponsorizzati, pieni di marchi. Insomma essere in quelli veri con la gente che ha bisogno di essere sostenuta».

Il terzo Pride di Asti si è incamminato da piazza Catena per poi raggiungere  via Hope, piazza Medici, via Massimo d’Azeglio, via Verdi, corso Dante, corso Alfieri, via Prandone, corso alla Vittoria e terminare ai giardini pubblici della Resistenza dove si sono tenuti gli interventi conclusivi. Un corteo coloratissimo, fatto di giovani e meno giovani, dove l’arcobaleno delle bandiere, disegnato sui volti e sui cartelloni, ha lanciato un chiaro messaggio alla città e ai suoi abitanti: la comunità Lgbtqi+ è parte della società, vuole essere riconosciuta, rispettata e rimanda al mittente ogni tentativo di metterla a tacere, censurarla o, nei casi peggiori, di colpirla verbalmente se non fisicamente come purtroppo è già accaduto anche ad Asti.

Anche se il Comune a guida del centrodestra non ha sostenuto il Pride (il patrocinio fu concesso solo alla prima edizione) ci sono stati esponenti dell’attuale maggioranza che hanno voluto esserci “in forma privata”. Presenti gli assessori alla Cultura Paride Candelaresi e all’Anagrafe Giovanni Boccia, ma anche diversi consiglieri comunali di opposizione e alcuni di maggioranza.

«Condivido il simbolo del Pride e quello che continua a rappresentare anche per questa città. – ha osservato l’assessore Paride Candelaresi che ha seguito tutto il corteo – Penso che sia a livello locale sia nazionale si debba continuare a lavorare, ma ci sono dei momenti felici come questo che credo facciano bene, non solo alla comunità, ma alla città tutta».

Durante i discorsi conclusivi ai giardini pubblici hanno preso la parola Chiara Della Longa, presidente dell’associazione Asti Pride, che ha voluto rispondere agli insulti e alle critiche mosse al Pride sui gruppi social astigiani, poi Patrizio Onori e successivamente la consigliera comunale e attivista Vittoria Briccarello: «Noi non dobbiamo rispettare nessun altro se non noi stessi – ha rimarcato Briccarello – Non rispettoso è privare gli altri delle libertà». Briccarello ha anche invocato la libertà per la Palestina e criticato le politiche del Governo Meloni in tema di diritti civili.

Ancora una volta Asti Pride si è svolto senza alcun intoppo dimostrando di essere non solo un evento importante per una città inclusiva e rispettosa di tutti, senza alcuna distinzione, ma anche una grande festa colorata da qui lanciare un messaggio netto: pregiudizi e discriminazioni non devono essere tollerati in nessun luogo (dalle scuole al mondo del lavoro) e per nessuna ragione.

[foto servizio Billi e Ago]

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2 risposte

  1. Non dovete aver mai paura di ciò che siete anzi…però sinceramente ogni anno il gay pride è diventata una ricorrenza Abbastanza fastidiosa!Basta…iniziate ad essere stufosi!!!

  2. Sinceramente avete stra rotto i coglioni!!
    Ognuno è libero di vivere la propria vita come vuole, ma se vi comportate da macchiette …come tali sarete trattati.
    Non credo che ci sia discriminazione. Alla gente non importa un tubo di quello che fate! Ma smettetela di piangervi a dosso.

    Paolo

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