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Paolo Rampini
Attualità
Intervista

Il giudice astigiano Paolo Rampini è presidente del tribunale di Alessandria

Lascia Asti dopo 38 anni di ininterrotto servizio al nostro tribunale.

Dopo 38 anni di (quasi) ininterrotto servizio al Tribunale di Asti, il giudice Paolo Rampini si trasferisce a quello di Alessandria. E lo fa nella massima veste dirigenziale: quella di presidente del tribunale.
La nomina ufficiale è arrivata poche settimane fa e, stante l’impellente necessità organizzativa e dirigenziale di quel Palazzo di Giustizia, gli è stato chiesto di prendere possesso al più presto possibile.
Così da lunedì, il dottor Rampini ha lasciato libero il suo ufficio al terzo piano per prendere un incarico che già conosce bene, visto che lo ha ricoperto da “facente funzione” ad ogni cambio di presidente del Tribunale di Asti negli ultimi 20 anni. Nella sua carriera ha visto avvicendarsi alla guida dei giudici astigiani i presidenti Capirossi, Cassano, Bernardini, Porqueddu, Donato, Girolami e Salvetti.
Dopo il pensionamento del procuratore aggiunto Vincenzo Paone avvenuto due anni fa, il dottor Rampini era il giudice con la maggior anzianità di servizio al tribunale di Asti.
Presidente, una vita di lavoro nella sua città.
Sì, tranne qualche raro distacco come applicato alla Corte d’Appello di Torino nella sezione famiglia e un anno e mezzo di presidente facente funzione al tribunale di Alba.
Proprio nei momenti dell’accorpamento con Asti.
Sì, è stato uno dei momenti di svolta della mia professione. Preceduto dall’unificazione della Pretura al Tribunale e dal trasferimento dalla vecchia sede di piazza Catena a quella nuova all’ex Casermone. E seguito dal complicato momento del Covid e della digitalizzazione spinta del processo civile. Tante sfide.
Lei ha lavorato in tutte le sezioni e gli ambiti giudiziari, vero?
Ho fatto penale, giudice di dibattimento, anche gip per qualche tempo e poi nel civile ho davvero toccato tutte le specialità, da quelle fallimentari a quelle del lavoro, dal diritto di famiglia alle separazioni e divorzi. Affiancando anche gli incarichi organizzativi interni.
Il processo che si ricorda con maggiore emozione?
Sono tanti come tante sono le storie in cui ti imbatti. Perchè dietro ogni fascicolo, qualunque sia l’ambito giudiziario di riferimento, ci sono persone. Ma se devo proprio scegliere, non posso nascondere la grande emozione provata lungo tutto il processo per l’omicidio di Lorena Veronesi o quello sulla metanizzazione dell’epoca di Tangent’Asti.
Soprattutto nell’ultimo periodo lei ha lavorato molto all’efficienza del tribunale di Asti, tanto che in un anno si è piazzato nei primi dieci posti in Italia per produttività. Come ci è riuscito?
Non da solo. Questo tipo di risultati si ottengono quando si ha la fortuna di trovarsi in una squadra di giudici, personale amministrato e avvocatura che, pur nel rispetto reciproco dei ruoli, tendono tutti allo stesso obiettivo. E io questa fortuna l’ho avuta.
Sono arrivati da poco gli esiti dell’ispezione del luglio della scorsa estate che non ha avuto rilievi sull’operato del nostro tribunale. Una bella eredità che lascia in città.
Ripeto, il merito è di tutti, non mio. Ma non nascondo la soddisfazione per questo risultato. Raggiunto nonostante la forte carenza di personale aministrativo.
Porterà questa sua esperienza ad Alessandria?
Certamente e sono altrettanto sicuro di poter contare sullo stesso spirito di collaborazione.
Sarà una sfida stimolante e molto gratificante visto che divento presidente di quello che è il secondo tribunale del Piemonte per estensione territoriale e fascicoli trattati.

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