È stato un apprezzato viaggio nel tempo quello che il Lions Club Asti Host, in collaborazione con il Comune e il Fai – Fondo per l’Ambiente Italiano, ha organizzato domenica alle Antiche Mura promuovendo alcune visite turistiche. L’iniziativa non solo ha permesso di riscoprire un luogo simbolo, ma ha voluto contribuire a progetti per la ricerca medica sul cancro infantile e sostenere l’acquisto di attrezzature per l’ospedale Massaia. Il tour è stato arricchito dagli interventi dell’architetto Roberto Nivolo, profondo conoscitore delle mura, e del professor Ezio Claudio Pia, storico e medievista. Una delle questioni più dibattute dagli studiosi riguarda l’esistenza delle mura in epoca romana. Nivolo, che ha iniziato a occuparsi delle Antiche Mura dal 1970, ha espresso una posizione diversa dall’attuale tendenza storiografica che propende per l’assenza di una cinta completa. Secondo l’architetto, «probabilmente non c’era una cinta romana completa, ma qualcosa esisteva».
Questa ipotesi trova un possibile riscontro in testi antichi dove si citano “le mura di Asti vendicatrici” e dove si fa riferimento all’avanzata del re dei Goti Alarico il quale, proprio ad Asti, fu fermato dal generale romano Stilicone. Il professor Ezio Claudio Pia ha contestualizzato questa incertezza sulla presenza delle mura romane, spiegando che «gli storici lavorano come chi vede solo l’ultimo fotogramma di un film: le fonti, come il racconto di Ogerio Alfieri (che descrive un’Asti prima delle mura emergenti ndr), contengono elementi di verità, ma anche dell’immaginario». Nonostante il dibattito, scavi recenti hanno riportato alla luce tratti di mura coerenti con la vicenda dell’assedio di Asti, oltre a una formella di epoca romana.
Ma è tra il XII ed il XIV secolo che la città si dotò delle mura di difesa ancora oggi visibili. Nivolo ha illustrato, nel dettaglio, le tecniche costruttive e difensive di allora: «Le mura erano più alte di quelle visibili oggi, con un camminamento di ronda e, sopra, dei “castelletti di legno” per il combattimento». Le difese includevano anche fossati e “terrapieni” che ostacolavano il nemico a piedi e impedivano l’avvicinamento delle torri d’assedio. La tecnica costruttiva prevedeva una struttura muraria con archi tamponati, progettata affinché, in caso di attacco (da catapulte), cadesse solo un pezzo e non l’intera struttura. Il professor Pia ha invece inserito la costruzione di queste mura nel contesto di una fase di «grande fioritura politica ed economica di Asti, in particolare nel tardo Duecento quando la città controllava un vastissimo territorio e i suoi abitanti erano abili mercanti e banchieri presenti in tutta Europa».
Con la diffusione delle “bocche da fuoco” nel 1500, le vecchie mura divennero obsolete perché facilmente abbattibili. Si passò quindi alla costruzione di baluardi, come il Bastione della Maddalena, l’unico rimasto (sotto il quale si trova un cimitero), «ma anche uno dei pochi esistenti a livello nazionale come tipologia di difesa». Il cambiamento più drastico arrivò con Napoleone nel 1800, che conquistò Asti ed emise un editto per l’abbattimento delle mura. «Ciò che vediamo – ha aggiunto Nivolo – sono in gran parte le fondazioni delle mura medievali, contro cui c’era un terrapieno».
Non sono però mancate, da parte dello stesso Nivolo, perplessità sulla gestione delle Antiche Mura degli ultimi 20 anni, abbandonate nel degrado e nessun tipo di progetto concreto volto a valorizzarle. Progetti come il recupero di un gioiello nascosto, la “cattedrale sotterranea” rappresentata da un antico serbatoio dell’acqua. «Il serbatoio è abbandonato e invaso dalle erbacce, ma avrebbe un grande potenziale: – ha aggiunto – potrebbe ospitare un punto informativo sulle mura, spazi per attività teatrali, ricerche o eventi culturali».
L’iniziativa del Lions Club è nata anche per sensibilizzare cittadini e amministratori pubblici sul valore delle Antiche Mura, un libro di storia a cielo aperto, che meritano più cura non solo per quello che rappresentano, ma anche per il loro potenziale come risorsa culturale e turistica.
[foto J.R.]