«L’Opera che ho deciso di donare al Museo del Palio, in qualità di Maestro 2024, non solo entra di fatto nella collezione permanente del Museo ma costituisce a mio avviso un importante documento riguardo la genesi del mio lavoro svolto per la realizzazione dei due Drappi che caratterizzano l’edizione 2024. E’ una Scultura in Stoffa realizzata con questa mia tecnica, unica al Mondo, che fonda i suoi principi sui temi del riciclo e della sostenibilità, temi che caratterizzano il mio operato.
Una denuncia allo stile di vita dell’uomo contemporaneo che vuole rendere eterno attraverso l’arte il ri-uso di ciò che altrimenti andrebbe gettato: i tessuti che utilizzo dai vestiti. Senza questa Opera per me non sarebbe stato possibile confezionare le immagini dei due Drappi, che sono la conseguenza evolutiva della mia espressione. La Scultura, che il Museo potrà da oggi offrire ai suoi visitatori oltre alla bellissima e importante collezione esistente, narra il passaggio di San Secondo fiero tra le vie di una Asti antica. Brandisce il suo vessillo e indossa lo scudo e l’elmo lucente; un gesto di protezione che, sotto la luce del sole e della luna posti volutamente ad est, offrono il nascere della loro luce per illuminarne un cammino di buon auspicio. Il gioco onirico che l’arte sa creare attraverso la mia tecnica coinvolge i sensi e permette di spingersi oltre l’immagine, spaziare tra la gioia del colore e i volumi delle forme, complici della luce radente che ne valorizza le audaci fattezze sartoriali.
Un obbligo questo verso me stesso per contaminare questa Opera con il mio percorso che sa mostrare una ritrovata fisiognomica dei cavalli e la scomposizione delle architetture senza mai abbandonare lo stile che rappresento. Con questa donazione ringrazio il Comune di Asti per la prestigiosa opportunità e la cittadinanza tutta come segno di riconoscenza, ponendo l’accento sul senso più profondo del mio lavoro che si esprime attraverso il presente, partendo dal passato e dalla storia in direzione del futuro. Ciò che mi resterà di più caro e ciò che lascerò in questa nuova avventura appena partita, sarà come sempre un nuovo racconto e una nuova esigenza di documentare il mio passaggio.
Che sia questo un nuovo auspicio nel voler ancora considerare l’Arte un linguaggio universale che unisce le culture dei popoli ed ogni loro caratteristica più intima, attraverso gli strumenti che ognuno è in grado di avere, e come non mai, la sensibilità, che pare essere una tra le qualità oggi non più banali.»
L’opera nella fotogallery, cliccare sull’immagine.