Innescare un meccanismo virtuoso affinché, con la vendita degli alloggi costruiti ma invenduti, si risolvano le emergenze abitative della città, si dia ossigeno alle imprese edili su cui pende il
Innescare un meccanismo virtuoso affinché, con la vendita degli alloggi costruiti ma invenduti, si risolvano le emergenze abitative della città, si dia ossigeno alle imprese edili su cui pende il rischio di fallimento da qui a 6 mesi e si recuperino, contemporaneamente, il patrimonio immobiliare del Comune dismesso e gli immobili Asl come lex maternità, lex ospedale e lex mutua. A spiegare i dettagli di questo innovativo progetto, di cui Asti potrebbe essere capofila nazionale, sono il deputato Paolo Romano e il consigliere comunale Gabriele Zangirolami del Movimento 5 Stelle insieme a Rinaldo Russo, consigliere dellATC. Ad Asti ci sono 100 famiglie che hanno sulla testa uno sfratto esecutivo e altre 700 che sono in attesa di una casa popolare. Un numero altissimo che non riesce a diminuire nonostante vengano fatti investimenti nel settore, pur con i lunghi tempi burocratici previsti. Poiché le politiche sulla casa non sembrano essere sufficienti ecco lidea di cambiare lapproccio al problema.
Un censimento su Asti parla di oltre 3.000 immobili vuoti e inutilizzati che sono il punto di partenza sul quale Russo e il M5S hanno creato il loro piano di intervento. In pratica i proponenti chiedono a Comune, Cassa di Risparmio di Asti e Fondazione CrAsti di mettere insieme in un grande contenitore almeno 1.000 immobili costruiti e invenduti pagandoli con i soldi provenienti dal Fondo investimenti per labitare della Cassa Depositi e Prestiti e dal Fondo sociale europeo della Commissione Europea. Servirebbero circa 50 – 60 milioni di euro per acquisire questi immobili dai costruttori (dando loro finalmente un po di ossigeno) e, una volta finiti nel contenitore, sarebbero rivenduti alle famiglie sfrattate, a chi attende una casa popolare o a chi non riesce a sostenere un mutuo ordinario. Infatti la banca rivenderebbe le case attraverso mutui a tasso agevolato (max 2,5%) con una fidejussione prevista dal Fondo di Garanzia Statale. Con mutui trentennali (o più brevi) pagando da 50 a 60 mila euro per alloggio (più gli interessi calmierati) i sottoscrittori diventerebbero così proprietari di casa versando mensilmente rate da 200 a 300 euro.
Non solo. Il Comune, sempre nel medesimo progetto, alienerebbe i suoi immobili vuoti, soprattutto nel centro storico, che gli stessi costruttori potrebbero comprare con i proventi incassati dalla vendita degli immobili nel contenitore. Una volta ristrutturati, gli imprenditori potrebbero rimetterli sul mercato come alloggi di pregio contrastando così la desertificazione del centro cittadino. «I costruttori sono interessati a questo progetto e sono pronti a vendere il loro patrimonio immobiliare a prezzi calmierati – fanno sapere Russo e Romano – Abbiamo girato la proposta al sindaco Brignolo che dovrà decidere se condividerla o meno. E chiaro che si potrà procedere con questo progetto solo con il sostegno del sindaco e dellamministrazione comunale». I proponenti si appellano al doppio ruolo di Brignolo in qualità di sindaco e consigliere del CdA della Banca affinché liniziativa sia sostenuta anche dalla Cassa di Risparmio mentre, a livello parlamentare, il Movimento 5 Stelle si impegna a giungere al più presto ad unapposita legge sulla Casa che preveda, tra le altre cose, limpignorabilità della prima abitazione.
Riccardo Santagati
@rickysantagati