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Il Natale laico delle scuole astigiane
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Il Natale laico delle scuole astigiane

Festoni, luci colorate ma anche alberi addobbati e pure il presepe. Nelle scuole astigiane il Natale fa capolino tra le aule e nei corridoi senza imbarazzo, conservando in parte i simboli della

Festoni, luci colorate ma anche alberi addobbati e pure il presepe. Nelle scuole astigiane il Natale fa capolino tra le aule e nei corridoi senza imbarazzo, conservando in parte i simboli della tradizione ma con un occhio attento alle sensibilità spirituali delle famiglie. Le festività natalizie di oggi sono indubbiamente vissute in modo diverso dai bambini rispetto agli anni in cui i banchi di scuola erano frequentati dai loro genitori. Se qualche mamma ancora si ricorda di aver interpretato l'angioletto in una recita scolastica o se un papà aveva prestato il volto ad un Gesù bambino, così non potranno dire i loro figli. Nella quasi totalità degli istituti scolastici si opta per celebrazioni laiche, che nelle classi multietniche astigiane consentono di coinvolgere tutti i bambini, di ogni religione, atei o agnostici. I riferimenti o i simboli religiosi vengono tralasciati, con buona pace di chi rimpiange il "Tu scendi dalle stelle".

Nessuna lamentela
C'è da dire però, che il cambiamento non sembra aver sconvolto le famiglie cattoliche. «Finora nessun genitore si è mai lamentato e nessun dirigente ha mai evidenziato una qualche problematica. A scuola normalmente gli insegnati parlando del Natale, spiegano qual è la tradizione cristiana, che rimane il contesto in cui viviamo, ma poi gli spettacoli o i concerti che si organizzano tendono a rispettare un principio di laicità» spiega Franco Calcagno, Dirigente dell'Ufficio scolastico territoriale di Asti. Senza però i simboli cristiani si può ancora parlare di Natale? «La scuola è laica perché deve essere di tutti. Quello che però viene veicolato attraverso gli spettacoli e i lavori che realizziamo sono i principi universalmente condivisi del Natale, come la pace e la fratellanza. Spieghiamo cos'è il Natale cattolico e poi invitiamo i bambini di diversa confessione a raccontare una loro festività» spiega Maria Rosa Amich del Sesto Circolo Didattico di Asti.

Buon compleanno in più lingue
Nella sua scuola, la elementari Pascoli, "buon compleanno" si canta in italiano, rumeno, arabo e cinese, piccolo esempio del lavoro di integrazione che da anni viene portato avanti dagli insegnanti, in uno dei contesti scolastici più variegati della provincia. Su una popolazione di 1.450 studenti, il 27% è straniero. Alessandra Longo Dirigente scolastica del Terzo Circolo aggiunge: «A seconda della classe l'insegnante valuta cosa proporre agli studenti. Se sono tutti cattolici e in accordo con le famiglie si può anche proporre canti religiosi. In caso contrario si rispetta la sensibilità di ciascuno. C'è da dire che questo periodo è sempre stato vissuto con serenità. Nell'atrio di alcune scuole, per tradizione, viene allestito un piccolo presepe e nessun genitore o bambino si è mai lamentato». Commenta Giampiero Monaca, maestro alla scuola primaria di primo grado "Rio Crosio" :«I tempi sono cambiati. Rispetto a una ventina di anni fa c'è una maggiore ampiezza culturale. In un'unica classe capita di avere cattolici, ortodossi, musulmani, testimoni di Geova, atei o agnostici. Non rinunciamo ai concerti natalizi ma cerchiamo canzoni come i gospel in cui la parola "Lord", il Signore, possa accontentare tutti o modifichiamo i testi con termini generici come "luce", "pace"». Di fronte a questo, è però innegabile che una parte dell'opinione pubblica continui a guardare al Natale laico con sospetto, se non con fastidio, perché lo vive come un attacco alle proprie tradizioni. «Io suggerirei di non viverla come una minaccia ma come un'opportunità di arricchimento culturale ? conclude Monaca ? in questo i bambini sono più svegli di noi e ci insegnano molto».

Lucia Pignari

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