Un aumento del +5% di vendite nel 2024 rispetto all’anno precedente, per un totale di 1.093.892 bottiglie e 30 milioni di euro di giro d’affari: il Nizza Docg ha più di un motivo per festeggiare. Così se il 1 luglio si ripete l’ormai tradizionale appuntamento per il «compleanno» della rossa 100% barbera, l’evento diventa anche occasione per celebrare il milione di bottiglie vendute e una denominazione che, come spiega il presidente del’associazione produttori, Stefano Chiarlo «è stata una delle pochissime denominazioni di vini rossi italiani ad aver registrato un andamento positivo nel 2024. Le basi sono solide e le prospettive per il 2025 sono molto promettenti».
L’evento (che è stato anche l’occasione per presentare l’anteprima delle nuove annate in uscita sul mercato: il Nizza 2022 e il Nizza Riserva 2021) ha visto la partecipazione di oltre 130 tra produttori, operatori del settore e appassionati per celebrare l’identità, la coesione e la continua crescita qualitativa della denominazione. Tra gli ospiti, anche 32 ristoratori, enotecari e sommelier – tra cui Mauro Carosso, presidente dell’AIS Piemonte – insigniti del titolo di «ambasciatori del Nizza Docg».
«Ogni anno Nata il Primo Luglio è un momento speciale, un’occasione per festeggiare il nostro vino e per condividere con la comunità il frutto del nostro lavoro» – ha dichiarato Stefano Chiarlo – Siamo particolarmente felici dei risultati raggiunti»
Durante la serata, i produttori hanno accolto gli ospiti raccontando territori, scelte stilistiche e caratteristiche delle annate proposte. «Il Nizza Docg – è stato detto durante la serata – si conferma espressione distintiva della Barbera, capace di coniugare potenza e bevibilità, struttura e finezza, e di riflettere in modo autentico il mosaico di suoli e microclimi che caratterizzano i 18 comuni della zona di produzione».
La serata è stata anche l’occasione per raccontare l’impegno e il lavoro dell’Associazione Produttori del Nizza, nata nel 2002 e oggi composta da 92 membri. L’obiettivo comune: custodire e promuovere l’identità della denominazione, affermandola – in Italia e all’estero – al pari delle grandi espressioni italiane del vino.