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Il nostro sogno? Donare a Papa Francesco la casa di Bricco Marmorito
Attualità

Il nostro sogno? Donare a Papa Francesco la casa di Bricco Marmorito

E' trascorso esattamente un anno. Mercoledì 13 marzo 2013, alle 20, le campane di alcune chiese astigiane hanno suonato a festa. Non solo per il fatto che era stato eletto il nuovo Pontefice dopo

E' trascorso esattamente un anno. Mercoledì 13 marzo 2013, alle 20, le campane di alcune chiese astigiane hanno suonato a festa. Non solo per il fatto che era stato eletto il nuovo Pontefice dopo le dimissioni a sorpresa di Benedetto XVI, ma anche perché, come tutti ormai sanno, era stato eletto un Pontefice di origini astigiane. Sì, perché Jorge Mario Bergoglio è figlio di Mario Bergoglio, partito nel 1929 da Asti per l'Argentina, all'età di 21 anni, insieme ai genitori Giovanni Angelo e Rosa Vassallo. Il nonno del Pontefice, in particolare, era nato e aveva vissuto a Bricco Marmorito di Portacomaro Stazione.
L'emozione, nei primi giorni dopo l'elezione, era palpabile nella comunità astigiana, accomunava atei e credenti. Anche perché il nuovo Pontefice ha saputo conquistare tutti, fin dalla sera in cui si è affacciato al balcone pronunciando quel semplice "Buonasera" e ha chiesto di pregare per lui. E dal momento dell'elezione è stata una escalation di gesti, parole, segni profondi dell'inovazione pastorale da lui portata nella Chiesa: un Pontefice tra la gente, vicino ai poveri e agli ultimi.

Naturale, quindi, che sia nata attorno alla sua figura una certa "francescomania". Come ha sottolineato nella recente intervista rilasciata al direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, a questo proposito ha infatti affermato: «Mi piace stare tra la gente, insieme a chi soffre, andare nelle parrocchie. Non mi piacciono le interpretazione ideologiche, una certa mitologia di Papa Francesco. Quando si dice, per esempio, che esco di notte dal Vaticano per andare a dar da mangiare ai barboni di via Ottaviano. Non mi è mai venuto in mente. Sigmund Freud diceva, se non sbaglio, che in ogni idealizzazione c'è un'aggressione. Dipingere il Papa come una sorta di superman, una specie di star, mi pare offensivo. Il Papa è un uomo che ride, piange, dorme tranquillo e ha amici come tutti. Una persona normale». Una convinzione, questa, che si poteva percepire già all'inizio del Pontificato, e che è stata interiorizzata dal Comitato Papa Francesco, nato per rafforzare i legami tra il Pontefice e la sua terra d'origine, impostando il lavoro su uno stile sobrio e rispettoso della figura del Pontefice. Il Comitato è composto da rappresentanti della Diocesi e dell'Amministrazione comunale: Guido Sodano, nipote del cardinale Angelo (presidente); il vescovo Francesco Ravinale (presidente onorario); il consigliere comunale Mariangela Cotto (vice presidente); l'assessore comunale al Turismo Andrea Cerrato; don Dino Barberis; Laura Panelli, dirigente dei Servizi sociali del Comune (segretaria).

Ma cosa ha messo a punto il Comitato in questi mesi? «I progetti su cui abbiamo lavorato – spiega Mariangela Cotto – sono diversi. Innanzitutto abbiamo invitato ufficialmente il Pontefice ad Asti, nella sua terra d'origine. Lo scorso 23 settembre, infatti, io e altri membri del Comitato (insieme ai sindaci Fabrizio Brignolo, Paolo Luzi e Valter Pierini), siamo stati accolti dal Pontefice in udienza privata. In quell'occasione abbiamo potuto porgere al Santo Padre l'invito ufficiale a visitare Asti, visita che vorremmo, se possibile, far coincidere con il raduno degli Astigiani nel mondo, che il nostro comune si è candidato ad ospitare. Pochi giorni dopo il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha annunciato che i viaggi del Santo Padre nel 2014 avrebbero riguardato Asti, la Terra Santa, l'Asia e l'Africa. Di conseguenza confidiamo ancora che la visita possa essere organizzata entro la fine dell'anno, anche se, effettivamente, c'è il rischio che decida di unire la tappa astigiana alla visita a Torino nel 2015, in occasione dell'Ostensione della Sindone». Mariangela Cotto, quindi, illustra anche altri due progetti su cui ha lavorato il Comitato. «Alcuni di noi si sono occupati di definire percorsi di turismo religioso che riguardino non solo Asti e Portacomaro Stazione, ma anche i paesi astigiani che hanno dati i natali agli avi del Papa, distribuiti soprattutto nel Nord Astigiano. In una sorta di percorso, quindi, che faccia tappa in questi luoghi per arrivare, come meta finale, al Colle Don Bosco, terra di San Giovanni Bosco di cui nel 2015 ricorre il bicentenario della nascita. Infine – conclude – abbiamo intenzione di avviare delle borse lavoro, tramite sottoscrizioni tra i cittadini, per favorire l'occupazione nell'ambito di questi e altri progetti che intendiamo attuare».

Ad entrare nello specifico il presidente Guido Sodano. «Il Comitato – afferma – è nato principalmente per invitare il Santo Padre ad Asti, compito svolto in occasione dell'udienza privata. A questo riguardo ora non ci resta che aspettare, "forti" dell'annuncio di padre Lombardi ma consapevoli che il Papa potrebbe decidere all'ultimo (o quasi). Personalmente ipotizzo che la visita possa ancora svolgersi il prossimo settembre, sottoforma di visita privata con un momento di incontro con i fedeli. E in vista di questo obiettivo – confida – come Comitato abbiamo un sogno nel cassetto: ci piacerebbe donare al Santo Padre una porzione della casa natale dei suoi nonni, a Bricco Marmorito, attualmente di proprietà di alcuni privati. L'idea è quella di aprire una sottoscrizione tra la gente per raccogliere fondi, sperando anche nella generosità di alcuni "grandi benefattori" disponibili ad elargire somme importanti, e acquistarla, una volta trovato l'accordo con il proprietario. Dopodiché sarà il Pontefice a decidere cosa farne: potrebbe assegnarla ad un istituto religioso, ad una congregazione oppure utilizzarla per ospitare persone disagiate».

«Certo, non lo nascondo – continua – noi vedremmo bene la sede di un parco letterario religioso per i pellegrini che vengono a visitare la terra natale della famiglia del Pontefice, per la gestione del quale si potrebbero anche coinvolgere i beneficiari delle "borse lavoro". Da quando è stato eletto, infatti, visite di fedeli e curiosi non mancano. Diventerebbe quindi un luogo in cui approfondire aspetti della vita, delle opere e degli scritti di papa Bergoglio e dare spazio alla contemplazione. Sapendo comunque che si tratta di un progetto ambizioso – prosegue – abbiamo anche un'altra idea. Accanto alla chiesa di Caniglie, che si trova pochi metri dopo il bivio che porta a Bricco Marmorito, c'è una sala inutilizzata, in passato destinata all'oratorio, dotata di ampio parcheggio. Ecco, quel locale, opportuntamente "rifrescato", potrebbe diventare un centro di accoglienza per i pellegrini da cui potrebbe partire un percorso religioso e di preghiera a piedi fino alla casa di Bricco Marmorito. Su questa idea abbiamo intenzione, ovviamente, di coinvolgere i residenti della zona, tanto che ad aprile abbiamo in programma un incontro, alla presenza mia, del vescovo Francesco Ravinale, di padre Sebastian Salash Francesco, amministratore parrocchiale di Portacomaro Stazione e Caniglie, aperto a tutti coloro che sono interessati ad ascoltare il progetto e a fornire il loro contributo».

A collaborare con il Comitato anche l'associazione "Asti Ali e radici", nata lo scorso settembre per contattare gli Astigiani nel mondo, sia per tenere i rapporti con i nostri concittadini che si sono trasferiti definitivamente all'estero, da invitare in occasione della visita del Papa, sia per riscoprire valori e radici comuni con gli stranieri che vivono in città. «Nel primo caso – spiega la presidente, Manuela Bocco Ghibaudi – abbiamo contattato numerosi Astigiani attraverso i principali social network su internet, spedendo anche una comunicazione ad hoc nei principali consolati del mondo. Nel secondo abbiamo cominciato a tessere rapporti con le principali comunità di stranieri residenti in città. Per esempio, abbiamo organizzato un incontro in Municipio con gli Ucraini, alla presenza del sindaco Brignolo: è stata un'occasione di solidarietà e dialogo proprio nei giorni in cui nel loro Paese era scoppiata la crisi».

A ricordare con emozione l'elezione del Papa il vescovo Francesco Ravinale, che ha avuto modo, nel corso di questo primo anno di Pontificato, di incontrare il Pontefice ben quattro volte. L'ultima delle quali avvenuta lo scorso fine gennaio. «Ero già a Roma per un incontro della Cei – ricorda – e, quindi, mi è stato facile unirmi alla Corale Ana Vallebelbo, presente all'udienza generale del mercoledì in Vaticano. Al termine dell'udienza ho avuto modo di salutare il Papa, che mi ha riconosciuto e mi ha detto che era sempre sua intenzione venire ad Asti, ma che non aveva ancora fissato una data».

Ricordi densi di emozioni anche per il sindaco Fabrizio Brignolo, che poi sottolinea la necessità di «continuare a lavorare per rafforzare i legami tra l'Astigiano e Il Pontefice rispettando la sua figura sobria, senza lasciarsi andare a progetti commerciali o di dubbio gusto». E per il vice sindaco Davide Arri, che, tra l'altro, come assessore all'Urbanistica, ricorda i lavori in corso per sistemare la piazza antistante la chiesa di Portacomaro Stazione. Non solo. «Nei prossimi mesi, indicativamente a giugno – ricorda – quella piazza assumerà la denominazione di "Largo Giovanni Angelo Bergoglio, nonno di Papa Francesco", come deliberato dalla Giunta su richiesta del Consiglio economico parrocchiale».
Per chi volesse saperne di più: www.papafrancescoasti.org; www.astialiradici.it

Elisa Ferrando

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