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Attualità

Il padiglione del Giappone
parla un po' piemontese

20 mila moduli in legno lunghi due metri incastrati tra loro senza l’impiego di chiodi costituiscono la spettacolare struttura del padiglione giapponese: 127 metri di lunghezza e 36 di larghezza

20 mila moduli in legno lunghi due metri incastrati tra loro senza l’impiego di chiodi costituiscono la spettacolare struttura del padiglione giapponese: 127 metri di lunghezza e 36 di larghezza ricoprono un’area espositiva di 4170 metri quadri. Il progetto è dell’architetto giapponese Atsushi Kitagawara, che si è lasciato ispirare dalla lunghissima tradizione giapponese delle costruzioni a incastro, affidando alla precisione del taglio dei singoli tasselli in legno la stabilità dell’intera struttura. Ad analizzare i disegni di Kitagawara e a renderli possibili, ci ha pensato Galloppini, un’azienda di Borgosesia specializzata nella lavorazione del legno.

«La parte più difficile – hanno commentato i falegnami vercellesi in una video intervista Rai – è stata rispettare non solo le forme, ma anche le modalità costruttive previste da Kitagawara e dalla tradizione giapponese: tutti i pezzi devono essere montati direttamente in cantiere rigorosamente a mano, senza usare gru e altri macchinari». Accanto al legno e al bambù, completano la struttura i più avanzati sistemi di risparmio energetico. Il titolo scelto dal Giappone per la sua partecipazione a Expo è “Diversità armoniosa” e propone l’essenza della sua cucina a base di riso, pesce crudo e verdure come modello alimentare sano e bilanciato in antitesi agli eccessi causa di obesità per un miliardo di persone.

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