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Il Paludo di Calosso diventerà sito naturale
Attualità

Il Paludo di Calosso diventerà sito naturale

Un’ulteriore iniziativa per la tutela e la valorizzazione dell’area del Paludo, zona di grande interesse agrario e naturalistico

Un’ulteriore iniziativa per la tutela e la valorizzazione dell’area del Paludo, zona di grande interesse agrario e naturalistico, posizionata in una buffer zone del sito Unesco, al confine tra i Comuni di Calosso, Agliano e Costigliole. Qui si trova il laghetto di Sant’Agnese, punto di riferimento per molte specie di uccelli; il Paludo rappresenta inoltre un dormitorio invernale ed estivo di alcune specie ornitiche particolarmente interessanti ed è il luogo da molti anni dell’inanellamento dei volatili da parte dell’Osservatorio ornitologico di Asti.

L’habitat ospita diversi altri animali e 13 specie di orchidee selvatiche. Nei giorni scorsi, ad Asti, nella sala riunioni dell’Associazione Unesco per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, è stata presentata l’iniziativa della richiesta di Dichiarazione di interesse pubblico per il paesaggio del Paludo. Il direttore dell’Associazione Roberto Cerrato, introducendo l’argomento, ha evidenziato come «il Paludo, zona umida circondata da un anfiteatro di vigneti, è il primo esempio di valorizzazione integrale di un’area nella sua multiforme eterogeneità».

Tra i presenti all’incontro l’associazione Amici di Calosso, che da sempre presta grande attenzione alla realtà del Paludo. Il presidente Adriano Da Re ha ricordato l’iniziativa delle casette nido artistiche, con il ricavato di un’asta delle quali sono stati acquistati lotti di terreno di Paludo che ora fanno parte del patrimonio del Comune di Calosso. Paolo Baldi, sempre degli Amici di Calosso, ha spiegato le caratteristiche del sito, mentre Nico Marinetto, della Lipu, ha evidenziato come nella zona sia possibile trovare uccelli che risultano assai rari nell’Astigiano, rimarcando che «la multiformità e la biodiversità del territorio è favorevole all’insediamento di diverse specie di animali».

Tra chi ha creduto fortemente nella necessità di tutelare l’area del Paludo il sindaco di Calosso Giuseppe Ugonia, che ha rimarcato come «lo sviluppo economico dei paesi del sud astigiano, dovuto principalmente alla coltivazione della vite, deve integrarsi con la valorizzazione di tutto il territorio, pure delle zone non coltivate ma riserve preziose di biodiversità, anche al fine di incrementare forme estremamente importanti di turismo».

Il vicesindaco di Costigliole Luigi Baldi ha ribadito quanto la tutela di determinate aree si inserisca a pieno titolo nei vari livelli di sviluppo economico della zona, che vede comunque centrale il settore enogastronomico; mentre Gianfranco Miroglio, presidente del Museo paleontologico di Asti, ha espresso l’esigenza di incrementare il complesso delle aree protette dell’Astigiano, illustrando anche il progetto di «tutela di un’area che partendo da Calosso possa arrivare a sud della città di Asti, un corridoio ecologico che possa comprendere zone umide, boschi, valli, aree scarsamente abitate e comunque attualmente non collegate tra loro».

Marco Devecchi, presidente dell’Osservatorio del Paesaggio per il Monferrato e l’Astigiano, ha illustrato la procedura per il riconoscimento di “notevole” interesse pubblico di un’area specifica, sottolineando l’importanza dell’impegno di associazioni e amministrazioni nella tutela del Paludo, anche attraverso precisi atti amministrativi.

E c’è un appuntamento a breve che vedrà protagonista il Paludo: domenica, attraverso due percorsi di lunghezza diversa, ci si ritroverà alle 18 al laghetto di Sant’Agnese per vivere l’area, presentare la recente iniziativa e la liberazione di avifauna a cura del Centro di recupero della Lipu. Alle 19 uno spettacolo di Lorenza Zambon, “attrice giardiniera” con “Frammenti dal giardino planetario”. Merenda sinoira con la Pro Loco.

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