Sono passati 25 anni dall’approvazione della Legge 109 con la quale i beni confiscati alle mafie devono essere utilizzati a scopi sociali. Questa mattina a Moncalvo, nella struttura di Cascina Graziella (appartenuta a Francesco Pace, braccio destro di Bernardo Provenzano, e sequestrata dallo Stato nel 1996), il Coordinamento Provinciale di Libera e l’Associazione Rinascita hanno voluto ricordare l’evento. Sono state consegnate alcune piante di mimosa per commemorare la Giornata della Donna, e delle rose da interrare in ricordo del sacrificio di Graziella Campagna, vittima innocente delle mafie e di tutte le donne che ancora lottano per la libertà e la giustizia.
La “Casa delle rose”
È stato un appuntamento ristretto a causa delle norme anticontagio ma ugualmente sentito. A fare gli onori di casa il sindaco di Moncalvo, Christian Orecchia: «La ristrutturazione di Cascina Graziella è un progetto ambizioso che, tra alti e bassi, va avanti dal 2004. Ha subito rallentamenti ma la prima parte vedrà la luce a breve. Un progetto che ereditiamo dalle passate amministrazioni». Il riferimento del sindaco è a “Casa delle Rose”, due alloggi già ultimati, a parte qualche minima rifinitura, e prossimi all’inaugurazione entro fine anno. «Nel 2017 abbiamo vinto un bando della Regione Piemonte per la creazione di un’unità protetta per donne vittime di violenza – spiega Liliana Maccario di Rinascita – nella struttura si potranno ospitare quattro donne con bambini. Manca ancora la sistemazione della parte esterna e alcuni accorgimenti interni». Casa delle Rose, una porzione più piccola di Cascina Graziella, è stata restaurata con circa 150 mila euro completamente finanziati dalla Regione Piemonte tra il 2016 e il 2019.
Presenti il Comandante Provinciale dei Carabinieri e il Questore
A ricordare il ruolo importante delle istituzioni nella lotta alle mafie era presente il Comandante Provinciale dell’Arma dei Carabinieri, il tenete colonnello Pierantonio Breda: «Un progetto, quello di Cascina Graziella, che va portato assolutamente alla fine perché il contrasto alla criminalità non avviene solo nella fase investigativa ma anche quando i beni vengono convertiti in un fine sociale. La legge, seppur indispensabile, non da calore quanto una casa accogliente». Anche il Questore di Asti, Sebastiano Salvo, intervenuto alla cerimonia ha sottolineato l’importanze dei progetti come quello di Cascina Graziella: «Rappresenta la lotta alla criminalità e, allo stesso tempo, la lotta alla violenza di genere. L’evento di oggi serve proprio a tenere alta l’attenzione su questi temi». Il Questore ha, poi, tenuto a ringraziare tutti i volontari di Rinascita e di Libera che «gratuitamente e concretamente si spendono nella testimonianza dell’importanza della lotta alle mafie».
Oltre 13 mila euro dalla raccolta fondi di Libera
Da Luigi Gilardetti, volontario di Libera, arriva infine un’ottima notizia: «Con oggi si chiude la raccolta fondi, lanciata a inizio febbraio, per rendere accessibili a tutti tre importanti beni confiscati alla mafia. Ci eravamo dati come obiettivo il raggiungimento di 10 mila euro; a questa mattina siamo già a 13 mila euro». Il ricavato della sottoscrizione pubblica servirà anche per sistemare le ultime parti di “Casa delle Rose” e aprirla, così, all’accoglienza delle donne vittime di violenza.