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Prastaro Marco presentazione dati per mille
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Il vescovo Marco Prastaro: «Ecco come utilizziamo l’8 per mille»

Nel 2024 i fondi destinati alla Diocesi di Asti sono stati pari a 2 milioni di euro, divisi tra sostentamento del clero, manutenzione delle chiese e opere caritative

Dalle opere di carità al sostentamento dei sacerdoti, fino al restauro di chiese e locali parrocchiali. Sono molteplici gli ambiti in cui la Diocesi di Asti utilizza i fondi dell’8 per mille, la quota del gettito Irpef che i cittadini, in sede di dichiarazione dei redditi, possono scegliere di destinare alla Chiesa cattolica.
A ricordarlo, ieri in conferenza stampa, il vescovo Marco Prastaro, affiancato da sacerdoti e laici in rappresentanza delle varie “anime” che compongono la realtà diocesana.
«La scelta di destinare l’8 per mille alla Chiesa cattolica – ha sottolineato monsignor Prastaro – è un gesto che non costa nulla, ma consente di aderire ad un’opera grande quale è la Chiesa, di cui beneficiano anche coloro che non credono, basti pensare ai turisti che nella nostra città visitano le chiese che ci impegniamo a mantenere belle e funzionali. Una mole di attività che possiamo svolgere solo grazie ai proventi significativi che finora abbiamo ottenuto. Se, da domani, i cittadini cambiassero idea, tutte queste attività sarebbero cancellate. Un esempio è dato dalle opere caritative, grazie a cui arriviamo laddove lo Stato non arriva».

Il sostentamento del clero

Per dare un’idea della cifra dell’8 per mille che ogni anno viene destinata alla diocesi di Asti, si possono prendere in considerazione i dati del 2024.
«Parliamo di circa 2 milioni di euro – ha affermato Michelino Musso, responsabile delle Comunicazioni sociali diocesane – divisi in questo modo: 570mila euro per esigenze di culto (principalmente interventi su chiese ed edifici dedicati ad attività pastorali); 542mila per opere caritative; 1 milione di euro per il sostentamento dei 75 sacerdoti diocesani».
«La firma dell’8 per mille – ha aggiunto don Maurizio Giaretti, responsabile del Servizio di promozione alle necessità economiche della Chiesa – è un atto di corresponsabilità cui non si può rinunciare se ci si sente parte della Chiesa». Per poi citare (e confutare) alcune notizie false che circolano da tempo: «Ogni sacerdote – afferma – riceve come sostentamento tra i 1.000 e 1.200 euro al mese per dodici mesi, che salgono a 1.500 euro per il vescovo. Cifre lontane, quindi, da quelle elevate che circolano in rete».

La manutenzione di chiese ed edifici

Don Lorenzo Mortara ha invece fatto il punto in merito ai fondi utilizzati per conservare le circa 400, tra chiese e cappelle, presenti nella diocesi. «I 490mila euro annuali – ha spiegato – vengono utilizzati principalmente per interventi di manutenzione straordinaria, che riguardano non solo le chiese, ma anche locali adibiti ad uso pastorale. E ancora, per l’installazione di sistemi di sorveglianza, interventi di adeguamento liturgico, come quello che interesserà la Cattedrale, restauro degli organi e costruzione di nuovi edifici. Ad esempio, abbiamo in programma la realizzazione di un nuovo edificio ad uso pastorale nel complesso parrocchiale del Sacro Cuore, previa demolizione di un vecchio prefabbricato».
Ad occuparsi della rendita del patrimonio della diocesi (immobili, terreni e boschi) è don Claudio Berardi, presidente dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero. «La diocesi possiede 130 alloggi, tutti affittati, il cui valore patrimoniale è pari a 8 milioni di euro – ha annotato – a fronte di una spesa Imu pari a 125mila euro. A ciò si aggiungono 2mila terreni, tutti affittati, e mille ettari di boschi tra Astigiano (Albugnano) e Alessandrino (zona di Tortona). Boschi messi a gestione sostenibile, grazie al progetto Oxygen Map avviato con la Diocesi di Tortona».

L’attività della Caritas

Altro capitolo finanziato dall’8 per mille, quello relativo alle opere caritative. Protagonisti, nella diocesi astigiana, la Caritas e la Pastorale della salute.
«Con la nostra rete composta da 20 centri di ascolto – ha spiegato Beppe Amico, direttore provinciale Caritas – siamo impegnati nel supporto alle persone povere e in difficoltà, che l’anno scorso sono state 3.200. Il nostro stile prevede di contenere il più possibile l’assistenzialismo, mettendo a punto progetti di accompagnamento che consentano loro di uscire dalla situazione di difficoltà in cui si trovano. Interveniamo nelle situazioni di emergenza con aiuti sotto forma di alimenti (emporio solidale e borse del Banco alimentare) e denaro (pagamento di bollette), oltre al comodato d’uso gratuito, temporaneo, di alloggi di nostra proprietà. Inoltre gestiamo il dormitorio per senza fissa dimora e la casa per giovani donne con bambini “Le querce di Mamre”. Tutti questi aiuti sono seguiti da progetti di accompagnamento verso l’autonomia, tra cui i percorsi di inserimento nel mondo del lavoro».

L’ambulatorio medico “Fratelli tutti”

Attività a pieno regime anche per l’ambulatorio medico “Fratelli tutti” di via Giobert 56, in cui vengono svolte visite specialistiche su prenotazione tramite i centri di ascolto Caritas e i Servizi sociali del Comune di Asti, ma viene anche fornito supporto a coloro che si presentano in autonomia, accolti per informazioni o indicazioni a carattere sanitario.
Una struttura ideata e fortemente voluta dalla Diocesi con la Pastorale della Salute, presieduta da Tiziana Stobbione, guidata dalla direttrice sanitaria Annapaola Fea, insieme alla vice Donatella Ciaceri, in collaborazione con enti, ordini professionali, associazioni e club di servizio. Per il 2024 la Diocesi ha destinato all’ambulatorio 20mila euro dai fondi dell’8 per mille e i proventi della raccolta fondi d’Avvento. Inoltre, grazie alla Caritas, sono stati erogati dalla Cei, attingendo all’8 per mille, 18mila euro per farmaci e protesi dentarie.

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