Dopo una settimana fitta di eventi ed incontri si è conclusa, sabato scorso in piazza Cattedrale, la terza edizione del Festival dei Popoli, organizzato dall’ufficio diocesano Pastorale Migranti in collaborazione con numerosi enti e associazioni del terzo settore. Tra quelle presenti nell’Astigiano hanno aderito alla colorata festa circa 25 comunità straniere (assente, in segno di lutto per la tragedia del terremoto, quella del Marocco) che, prima di ritrovarsi in piazza, hanno sfilato per le vie cittadine.
«Sono stati giorni di pensieri e riflessioni – ha commentato il vescovo Marco Prastaro – e nonostante si dica che l’immigrazione crea grossi problemi, quella di oggi è una festa dove stiamo tutti insieme, segno che vivere nella diversità è possibile. Certamente è impegnativo, ma l’integrazione è un arricchimento per tutti».
La festa e le testimonianze
Ad aprire la festa è stato il coro “Uniti per la Pace” diretto da Nuccia Scoglia col brano “Esseri umani”. «Questo – ha detto Nuccia – è uno degli eventi cittadini che amo di più». Dopo l’emozionante esibizione si sono susseguite le varie comunità, oltre all’istituto superiore Castigliano e al Cpia (Centro provinciale di istruzione adulti), realtà con elevata presenza di studenti stranieri.
Letture, danze, canzoni in lingua d’origine e testimonianze sono state la trama dell’evento. «Sono arrivato in Sicilia nel 2014 – ha raccontato Mamadou Diane, un giovane proveniente dalla Libia – da lì sono stato trasferito ad Asti dove mi sono trovato subito bene. Ho incontrato famiglie che mi hanno aiutato, ho preso la patente, lavoro e ho conosciuto la ragazza che ho sposato lo scorso 10 giugno».
Storie simili si intrecciano in piazza Cattedrale, per lo più a lieto fine. La maggior parte degli stranieri presenti si trova ad Asti da molti anni ed ha ormai radici profonde nel territorio.
Un po’ diversa la storia di Luiza Dasari, manager di un’azienda italiana di abbigliamento fondata a Durazzo nel ’97 insieme al marito italiano, arrivata ad Asti circa tre anni fa dopo che i figli, andati a studiare a Prato, si sono innamorati della nostra cultura. «Finito il ciclo di studi erano rientrati in Albania – racconta – ma l’Italia era rimasta nel cuore così, dopo che si sono laureati, mi sono trasferita qui grazie all’Associazione Assoalbania».
I commenti
È stata una festa ricca di allegria che si è conclusa con una cena etnica nel cortile del seminario, preceduta da una preghiera interreligiosa con il vescovo Prastaro e i rappresentanti delle diverse comunità religiose. «Una terza edizione bellissima con eventi molto partecipati, al di là delle nostre aspettative – hanno sottolineato Daniela Iavarone e Paolo Maccario, direttori dell’Ufficio Migranti. «Da sottolineare che quest’anno abbiamo aumentato il coinvolgimento di comunità etniche e associazioni – ha continuato Iavarone – tanto da poter quasi dire che la Festa dei Popoli è stata organizzata con grande entusiasmo da tutti coloro che vi erano coinvolti, associazioni, enti e comunità». «La piazza Cattedrale affollata – ha concluso Maccario – ci ha premiati di tanta fatica».
Photogallery e video a cura di Maria Grazia Billi