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Attualità
Esposizione

Il Vesuvio si racconta al Magmax con minerali rari e storie su Garibaldi e Mercalli

Apre sabato 2 marzo la mostra temporanea alla Torre Quartero: molti anche gli oggetti curiosi
E’ piena di curiosità e rarità la mostra temporanea “Vesuvio Verace e Vari Vulcani” che il Magmax aprirà sabato 2 marzo nella sede di corso Alfieri 360.
Un vero e proprio viaggio nella storia accompagnerà la narrazione di Massimo Umberto Tomalino, ideatore del Museo, con oggetti imprevisti: come le medaglie con l’immagine di Giuseppe Garibaldi impressa sulla lava che i napoletani crearono in attesa del suo arrivo in città (7 settembre 1870).
Un antico gadget per amatori, che molto più tardi ebbero modo di aggiungere alle loro collezioni anche le monete di uso corrente (fine ‘800 – inizi ‘900) “imprigionate” nella lava e commercializzate come souvenir per turisti. Sono visibili al Magmax e rappresentano un altro pezzo forte della mostra: partite da Londra nel 2012, dove Tomalino le acquistò in una mostra mercato di antichi oggetti scientifici, per arrivare ad Asti.
C’è poi una storia nella storia che verrà svelata soltanto durante la visita guidata: una particolare e misteriosa forma di sfruttamento degli scugnizzi portata a galla da Giuseppe Mercalli, docente di vulcanologia e sismologia all’università di Napoli, ideatore della scala che porta il suo nome per misurare l’intensità dei terremoti.
Ma del Vesuvio si può parlare in vari modi: approfondendo il suo rapporto con chi abitava e abita le terre intorno (tuttora i Campi Flegrei sono attraversati dalle scosse sismiche), oppure guardando le vie di Napoli su cui si cammina ogni giorno: “Sono preziose le tre stampe di Sir William Hamilton, collezionista naturalista inglese temporaneamente residente in città – segnala Tomalino – in cui ritrae le diverse tipologie di rocce usate per costruire strade e palazzi dell’epoca, provenienti oggi come allora (1776) dall’area vesuviana”.
E ci fu chi si prese la cura di racchiudere in una provetta le stratificazioni dei materiali (da quelli a grana grossa a quelli di fine spessore) fuoriusciti dalla bocca del Vesuvio nei sette giorni di eruzione del 1906, la penultima della storia seguita da quella del 1944. Anche questo piccolo ma affascinante reperto, rintracciato in una bottega antiquaria di Lucca, fa parte della mostra temporanea.
In visione campioni di minerali storici e attuali del vulcano e del Monte Somma, tipici come la vesuvianite e la nefelina o molto rari: l’avogadrite e la scacchite prendono rispettivamente nome dal fisico e chimico Amedeo Avogadro e da Arcangelo Scacchi, tra gli esperti di mineralogia più affermati dell’800.
Di grande importanza e richiamo, infine, il plastico in gesso policromo del 1838, prima rappresentazione tridimensionale del Vesuvio e del Monte Somma realizzata da Armand-Pierre Dufrenoy, professore di mineralogia e geologia all’università di Parigi. Per il Magmax un pezzo raro e carico di significato affettivo, ricevuto in eredità da Renato Pagano, volto della comunità mineralogica internazionale, cui insieme alla moglie Adriana è dedicata la Biblioteca Laboratorio del Museo.
La visita guidata alla mostra nella Torre Quartero sarà possibile fino al 31 gennaio 2025.
Ingresso libero ma su prenotazione:  328.1698691; astimagmax@gmail.com
Nella foto: il plastico tridimensionale del 1838 sull’area vesuviana.

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