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Il Villafranchiano al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino

Esposti finalmente al pubblico il mastodonte di Villafranca e i rinoceronti fossili di Dusino San Michele e Roatto

Con la riapertura del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, inaugurata lo scorso 13 gennaio, tornano a vivere i grandi fossili del Villafranchiano. Il mastodonte di Villafranca, il rinoceronte di Dusino San Michele e il calco del rinoceronte di Roatto, fanno parte della grande esposizione dei reperti fossili del museo. Con questo biglietto da visita è festa nei territori del nord Astigiano e così nei giorni scorsi i sindaci Anna Macchia (Villafranca), Bruno Colombo (Roatto) e Valter Malino (Dusino San Michele) sono andati a visitare il museo, ricevuti dal direttore Marco Fino e dal vicepresidente della Regione Fabio Carosso.

Il momento più atteso è stato l’incontro con gli esemplari del Villafranchiano, riprodotti in calco: «Una grande emozione e orgoglio: vederli non è come immaginarli» raccontano.

«I nostri tre Comuni, anche insieme al Distretto del Mastodonte, negli ultimi anni hanno lavorato con impegno per valorizzare l’identità paleontologica del territorio – ricorda Anna Macchia – A Torino abbiamo trovato un direttore attento ai nostri progetti. Costruire una collaborazione viva tra museo e territorio della Valtriversa sarà il nostro obiettivo, veicolando informazioni e promuovendo iniziative capaci di far conoscere gli esemplari in mostra ei luoghi in cui sono stati scoperti».

Con Valter Malino c’era anche la maestra Psiche Cotti, docente della scuola primaria “Gli amici di Rino”.

«Con la scuola abbiamo lavorato molto sul rinoceronte preistorico – dice Malino – tanto che è partita proprio dai bambini l’idea di chiamarlo Rino e di dare il suo nome alla scuola stess. Presto prepareremo un sentiero sui luoghi del ritrovamento con relativa brochure per pubblicizzarlo».

Anche il Comune di Roatto pensa di omaggiare il “suo” rinoceronte con due sculture che saranno posizionate al belvedere del paese e nel sito in cui sono stati trovati i resti scheletrici.

«Purtroppo, parlando con il direttore del museo, abbiamo avuto la conferma che difficilmente si riuscirà ad assemblare lo scheletro del rinoceronte di Roatto – si rammarica il sindaco Bruno Colombo – ci vorrebbero anni di lavoro. Abbiamo però concordato che sarebbe molto importante legare il museo al territorio del Villafranchiano. Ci sono molte possibilità per rendere interessante il nostro territorio organizzando un circuito di visita che parte dal museo e arriva da noi puntando sul viaggio nel mondo della paleontologia. Se ne saremo capaci ci saranno ricadute molto positive».

Nelle foto i sindaci Anna Macchia, Bruno Colombo, Valter Malino con il vicepresidente Fabio Carosso e i grandi fossili del Villafranchiano

 

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