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Immigrazione e accoglienza,in Consiglio l’esperienza di Asti
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Immigrazione e accoglienza,
in Consiglio l’esperienza di Asti

Immigrazione. Questo era l'ordine del giorno del Consiglio comunale, convocato in seduta aperta mercoledì. Un argomento vasto, troppo per essere affrontato efficacemente in tale sede, come hanno

Immigrazione. Questo era l'ordine del giorno del Consiglio comunale, convocato in seduta aperta mercoledì. Un argomento vasto, troppo per essere affrontato efficacemente in tale sede, come hanno sottolineato i consiglieri di minoranza Quaglia («Sarebbe stato più concreto un dibattito riguardante cosa facciamo ad Asti per gestire l'immigrazione: finora non abbiamo riscontrato problemi di accettazione, ma se non si crea un percorso attraverso cui gli immigrati possano costruirsi un'identità, questo problema si presenterà in futuro») e Gianfranco Imerito, il quale ha affermato di aver assistito a uno sfoggio di filosofia e buonismo che purtroppo poco aderisce alla realtà.

Tra gli ospiti invitati a intervenire, il vice Prefetto Reggente Ponta, seguito dall'assessore Vercelli, che ha inquadrato la questione nelle dimensioni, spendendo qualche parola sullo SPRAR e sui protocolli stipulati tra Prefettura, Comune e Provincia per permettere ai rifugiati di svolgere attività socialmente utili e di volontariato. Giorgio Rosso (delegato dal Vescovo) e Angela Bosio hanno portato la testimonianza di chi vive da vicino l'accoglienza "diffusa", parlando a nome della Caritas diocesana e del Consorzio Co.AL.A (Consorzio Sociale Asti Alessandria). I volontari e le famiglie che fanno accoglienza cercano di fare un'esperienza di incontro con i profughi: vedere in ognuno una storia del tutto unica, rifuggire dalle categorizzazioni che intendono uniformare e semplificare il fenomeno della migrazione è il primo passo da compiere per un'adeguata accoglienza.

Pensiero ribadito con efficacia anche dal giornalista Domenico Quirico, chiamato a pronunciarsi sull'argomento prima e dopo i discorsi dei Consiglieri comunali. I suoi interventi sono coincisi con i momenti di maggiore attenzione all'ascolto tra i consiglieri e il pubblico: «Sulla migrazione posso pronunciarmi per aver viaggiato con dei migranti, non per averne studiato i flussi storici» ha esordito, ma i suoi primi appunti sono stati preziosi per mettere dei paletti a categorie che tutti tendiamo a confondere.

In particolare, ha richiamato a tenere ben presente come il filo rosso che unisce migrazione e Islam totalitario sia pressochè inconsistente e la differenza tra il migrante e il rifugiato sia siderale: «Il rifugiato ha il diritto di ricevere accoglienza nei Paesi che hanno sottoscritto le norme del diritto internazionale, in quanto in pericolo di vita. Il migrante è una figura molto più sfuggente, per prendere coscienza del problema della migrazione è sbagliato partire dai numeri. Gli elementi fondamentali, capaci di modificare l'uomo, sono il tempo e lo spazio: i migranti diventano altre persone nel passare per anni da un luogo all'altro, chiedere loro da dove provengano è la domanda più idiota che si possa fargli: la migrazione è la loro identità».

Nella lunga sequenza di interventi dei consiglieri, Cotto ha risposto a chi ha sottolineato un po' di vaghezza nell'ordine del giorno: «Una città come Asti non può non interrogarsi su questo tema in Consiglio. E' vero che il tema è vastissimo, stiamo gestendo bene l'emergenza, ma il dopo crea qualche problema, perciò bisogna parlarne». Prima della chiusura di Quirico sul tema dell'integrazione, hanno suscitato qualche momento di tensione nella minoranza le parole del sindaco Brignolo che ha rivolto un plauso al senso di responsabilità dei cittadini astigiani nell'attività di accoglienza, elogiando il livello degli interventi, che nulla hanno a che fare con le polemiche di chi strumentalizza questi temi per fini di campagna elettorale. I consiglieri di centro-destra hanno però abbandonato momentaneamente la sala consiliare, rimproverando al sindaco di aver tenuto uno sterile comizio.

Luca Parena

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