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In classe da 16 a 50 anniper garantirsi un futuro
Attualità

In classe da 16 a 50 anni
per garantirsi un futuro

di Manuela Zoccola Cambio di sede per il Centro Provinciale Istruzione Adulti (CPIA, istituzione scolastica pubblica del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, che collabora con vari

di Manuela Zoccola Cambio di sede per il Centro Provinciale Istruzione Adulti (CPIA, istituzione scolastica pubblica del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, che collabora con vari Enti, ndr): nei giorni scorsi, infatti, si è trasferito da via Govone nei nuovi locali dell’ex caserma dei Vigili urbani, in piazza Leonardo da Vinci, dove sono in fase di ultimazione alcuni lavori. La struttura, che può contare su una serie di tecnologie all’avanguardia, conta 5 aule e due laboratori, questi ultimi in parte ancora da allestire. Così come restano da sistemare l’Aula Magna, l’archivio e alcuni servizi. La nuova sede si caratterizza, tra l’altro, per un ampio corridoio, che si presta ad ospitare iniziative culturali.

Le lezioni, tenute da un corpo docenti di 18 insegnanti, si articolano su tre turni: di mattina, dalle 9 alle 12; di pomeriggio, dalle 15,30 alle 18,30; e di sera, dalle 19 alle 22. A fronte di circa 1.700 presenze, finora gravitate, quest’anno, presso il Centro, secondo quanto dichiara il dirigente Alberto Bianchino (che ricopre lo stesso ruolo alla scuola media Goltieri). L’età degli utenti del Centro varia, in media, dai 16 ai 50 anni circa. La maggior parte è straniera, costituita per lo più da albanesi e marocchini. Seguono i profughi da Gambia, Mali, Siria e Libia, numerosi cinesi, oltre ad alcuni utenti provenienti da altre zone dell’Africa, Sud America ed Est Europa. In arrivo, prossimamente, una dozzina di pakistani.

«Chi si rivolge al Centro – spiega Bianchino – fa un colloquio preliminare, per essere assegnato al livello formativo adeguato. Nello specifico, durante la cosiddetta accoglienza i professori cercano di capire le capacità e i bisogni degli utenti, con cui stabiliscono un patto formativo ovvero il percorso scolastico personalizzato e il rispettivo orario. Ad esempio, se una persona necessita di apprendere l’italiano seguirà il corso di alfabetizzazione, che prevede vari livelli. Superati questi ultimi, c’è la possibilità, all’occorrenza e per chi vuole, di proseguire gli studi volti al conseguimento della licenza media». Una particolarità curiosa: «Qui – riferisce Bianchino – non esistono campanelli né intervalli, proprio perché pensiamo che il tempo educativo debba essere gestito dagli insegnanti e dalla comunità classe, nel cui ambito possono essere decise internamente delle pause».

Le motivazioni per frequentare il Centro sono molteplici: «dall’apprendimento della lingua italiana e il conseguimento appunto della licenza media al progetto Polis (Percorsi di Orientamento Lavorativo e Istruzione Superiore, ndr) in collaborazione con l’Istituto Castigliano, lo studio del francese e i corsi monografici, tra cui quello per l’uso di internet, cui può accedere chiunque,» afferma Bianchino, che sottolinea: «In particolare, tra gli studenti dei corsi di alfabetizzazione, c’è anche chi deve ottenere l’attestazione della conoscenza della lingua italiana (livello A2) per il rinnovo del permesso di soggiorno della durata di 5 anni. Senza dimenticare gli utenti che seguono invece le 10 ore di educazione civica, necessarie per ottenere il permesso di soggiorno a punti ovvero riservato a chi è appena arrivato in Italia. Più in generale, tutti i corsi sono gratuiti. Solo per quelli monografici si paga un forfait come rimborso durante l’anno».

Le attività in esterno Non è tutto. Gli insegnanti del Centro, infatti, esplicano in parte la loro attività anche al di fuori della struttura. «Ad esempio, in città – aggiunge il dirigente – vengono svolte lezioni di italiano al Trovamici, nel quartiere Praia, per donne maghrebine, e si tiene una classe al campo nomadi. Nel sud Astigiano, inoltre, sono utilizzati i locali di alcune scuole del luogo per lo svolgimento di vari corsi. Così a Canelli, Nizza, Maranzana, Incisa». Quanto agli esami, è prevista attualmente un’unica sessione a giugno, che sarà sostenuta da circa 120 studenti, mentre il prossimo anno se ne aggiungerà una a dicembre.

«Il CPIA – sostiene Bianchino – che consente ai propri utenti di trovare un’accoglienza e una civiltà, è il primo e unico modo, al di là dell’aspetto legato alla certificazione, per coinvolgere stranieri o persone non acculturate all’interno della società italiana, dando loro alcuni strumenti per poterla leggere meglio. Solo la scuola, infatti – conclude il dirigente – può servire ad accrescere la conoscenza del contesto sociale e quindi a migliorare la qualità della vita». Dal canto suo, il sindaco Fabrizio Brignolo annuncia che si stanno vagliando un paio di ipotesi circa l’utilizzo, in futuro, di una parte della struttura, dove si è trasferito il CPIA (di quest’ultimo è in fase di costruzione il sito www.cpia-asti.it). «Nello specifico – anticipa – si tratta della parte dell’edificio frontale rispetto a piazza Leonardo Da Vinci e dell’ala verso via Goito, che potrebbero ospitare sia un’attività di formazione, volta al recupero di materiale informatico e tecnologico, sia il Comitato Palio San Paolo. Per ora, si stanno verificando le relative fattibilità procedurali».

Manuela Zoccola

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