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Attualità

In Consiglio manca il numero legale
Intanto il ristorante Wok attende

Mercoledì sera la pratica presentata dalla Pioppo Srl per ottenere una deroga al Piano regolatore sull’ex edificio Scagnetti di c.so Alessandria (così da permettere l’apertura di un ristorante

Mercoledì sera la pratica presentata dalla Pioppo Srl per ottenere una deroga al Piano regolatore sull’ex edificio Scagnetti di c.so Alessandria (così da permettere l’apertura di un ristorante Wok di cucina orientale) è stato l’ultimo dei pensieri dell’amministrazione che ha dovuto difendersi dalle accuse di voler proseguire i lavori dopo la mancanza del numero legale. Il Consiglio era tornato già il giorno prima ad esaminare la richiesta della società proprietaria dell’immobile sul quale, da mesi, svetta un’insegna sull’imminente apertura di un locale “Wok”. Una richiesta presentata secondo le modalità della legge 106/2011 che agevola il recupero di edifici dismessi, in deroga al Piano regolatore, non consumando ulteriore suolo e con la complementarietà della destinazione d’uso che, per Wok, passerebbe da commerciale all’ingrosso a commerciale per somministrazione. L’operazione urbanistica è possibile se si riconosce l’interesse pubblico del recupero cosa che, nel caso specifico, comporterebbe l’apertura di un ristorante da circa 600 mq, con specialità prevalentemente orientali, il quale creerebbe tra 10 e 20 nuovi posti di lavoro.

Altro problema, meno culinario e più politico, è la presenza del consigliere di maggioranza Filippo Cornero (Territorio è Cultura) tra i soci della Pioppo Srl (ne detiene il 9%), nonché presidente della Commissione urbanistica e tecnico incaricato di seguire la pratica Wok per quanto riguarda l’applicazione della legge 106. Cornero non ha partecipato alla discussione in aula (non potendo così dare un aiuto per garantire il numero legale, cosa che ha provocato il “cul-de-sac” della seconda serata) ma il doppio ruolo di consigliere di maggioranza, tecnico e azionista della Pioppo Srl non è passato inosservato. E’ stato Giargia (M5S) a far presente che Cornero è dentro la società proponente e ne ha chiesto l’astensione dal Consiglio, cosa che lo stesso aveva già fatto abbandonando l’aula. A farne una questione di opportunità politica è stato il consigliere Pensabene (Federazione della Sinistra) il quale, contrario all’apertura del ristorante cinese, ha ricordato l’appartenenza di Cornero al gruppo “Territorio è Cultura” ritenendola non esattamente affine alla gastronomia orientale.

«Non ci sono validi motivi per dare l’interesse pubblico a questa operazione – ha poi aggiunto – Inoltre credo che un territorio che continua a vantare le sue eccellenze gastronomiche non debba mettere un esempio di ristorazione che collida con queste eccellenze». Quaglia (PDL) ha ricordato come ci siano molti altri immobili nelle stesse condizioni dell’ex Scagnetti e ha suggerito la costituzione di un gruppo di lavoro che individui sulla carta tutti gli altri immobili della città in attesa di una riqualificazione. «Il Consiglio comunale sarebbe più sereno nel prendere una decisione sulla base di criteri condivisi da tutti quelli che hanno a cuore la città» ha poi aggiunto Quaglia. Anche Bosia (Uniti per Asti), consigliere di maggioranza già altre volte in disaccordo con le scelte dell’amministrazione Brignolo, ha sottolineato l’effetto negativo che avrebbe l’economia locale se aprisse il ristorante Wok perché i giovani, oggi clienti di pizzerie e altri locali del centro, si sposterebbero con tutte le conseguenze economiche del caso.

«Questo ristorante da 600 mq di prossima sicura apertura corrisponde alle promesse fatte ai nostri concittadini? Io sono consigliere di maggioranza e ho parlato con loro spendendo parole come filiera corta, promozione dei prodotti della nostra terra, cibo buono, sano ed ecosostenibile. Voglio mantenere le cose dette e non voglio mandarle alle spine giustificando 14 posti di lavoro in più». L’assessore Parodi ha replicato analizzando le possibilità offerte dalla legge 106 «che sono già applicate in altre città. Non stiamo facendo una Variante né la 106 prescinde dall’ottenimento dei parcheggi, della convenzione col Comune e dal rispettare tutte le prescrizioni di Asl e Arpa. Qui non si avvantaggia nessuno – ha poi detto – ma si applica la legge in modo trasparente sottoponendola in tutti i suoi aspetti al Consiglio comunale». Gli animi si sono però accesi poco dopo quando è mancato il numero legale che, all’inizio della seduta, era stato garantito dagli esponenti dell’opposizione e non da quelli della maggioranza.

Niente di nuovo perché la questione era già stata posta da Pensabene tempo addietro. Essendoci 32 consiglieri e, per regolamento, essendo valido il Consiglio con la metà di loro (16) può essere ugualmente possibile una seduta se tra questi si conta anche il sindaco? Secondo Pensabene, Coppo, Lattanzio e altri esponenti dell’opposizione «il regolamento parla chiaro indicando metà dei consiglieri e il sindaco non è un consigliere». Coppo, tra un’interruzione e l’altra della seduta per permettere la conta e dopo una riunione di maggioranza chiesta dal cosigliere Voglino (PD), ha anche domandato che il dirigente facente funzioni del Segretario comunale desse la propria interpretazione del regolamento. Pensabene ha ricordato una passata riunione di capigruppo nella quale maggioranza e opposizione avrebbero concordato la validità delle sedute con 16 consiglieri, escluso il sindaco.

«La norma del regolamento non è chiara e in difetto si fa riferimento alla consuetudine che si è sempre osservata in questo Comune – ha poi risposto Brignolo – Quella volta dissi che avremmo cercato sempre di comportarci a dovere ed essere puntuali per non incorrere in queste situazioni. Dire che per 3 minuti i consiglieri sono stati 16 anziché 17 è però puro formalismo». Mentre l’opposizione ha minacciato l’Aventino contestando la decisione del presidente Ferlisi di procedere con i lavori (nel frattempo il numero dei consiglieri è di nuovo aumentato) Pensabene ha lanciato la proposta di porre il quesito al Ministero dell’Interno. Alla fine Brignolo ha accettato la proposta di Pensabene sul chiedere ad un organo superiore l’interpretazione del regolamento ma ha già annunciato di voler mettere mano allo stesso, per cambiarlo in modo meno restrittivo, come previsto dalla normativa nazionale che indica la validità dei Consigli con la presenza di 1/3 degli eletti (escluso il sindaco). Il Consiglio si è comunque interrotto per riaggiornarsi ieri sera, giovedì, così da riprendere la discussione sulla pratica Wok.

Riccardo Santagati
@rickysantagati

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