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Nord Astigiano

In Regione il dibattito sulla linea ferroviaria Asti-Chivasso: «Servono investimenti»

«Aver riaperto solo per i treni storici e non per le corse ordinarie è stata un’occasione persa»
Si torna a parlare della ferrovia Asti-Chivasso, riattivata a cura della Fondazione FS nel 2022, dopo 11 anni di chiusura, con un investimento significativo, che ha anche provveduto al restauro dei fabbricati delle stazioni più importanti, come quelle di Montiglio-Murisengo (l’unica dove l’intervento ha interessato la totalità dei fabbricati, oggi destinati a sede del Co.M.I.S., il Coordinamento per la mobilità integrata e sostenibile, e a mostre in tema ferroviario), di Cocconato (limitatamente al fabbricato viaggiatori, in quanto il magazzino è ormai semicrollato) e di Cavagnolo-Brusasco. Finora la linea è stata utilizzata solamente per il transito di treni storici in occasione delle fiere del tartufo di Montiglio e Murisengo.

Da tempo i comitati dei pendolari sollecitano inutilmente il ripristino del servizio ordinario. Per non condannare il nord Astigiano a un progressivo isolamento, i neoletti consiglieri regionali del Pd Gianna Pentenero, Alberto Avetta e Fabio Isnardi chiedono alla Giunta un investimento sulla linea: «Condividiamo quanto afferma il sindaco di Montiglio Dimitri Tasso: aver ripristinato la Asti-Chivasso solo per i treni storici e non per le corse ordinarie è stata un’occasione persa, se la Regione credesse veramente nel trasporto ferroviario investirebbe le risorse necessarie, anziché costringere i lavoratori pendolari e gli studenti a spostarsi in autobus o con i mezzi privati. L’assessore Gabusi chiude la questione delle riattivazione di questa linea limitandosi ad affermare che non vi sarebbe domanda, confermando che non vi è l’intenzione dell’attuale giunta Cirio di potenziale il trasporto pubblico locale, preferendo subire le scelte aziendali di Trenitalia e Rfi».

I tre consiglieri chiedono anche un aggiornamento dello studio del 2017 dell’Agenzia Mobilità Piemontese, nel quale erano previsti due diversi scenari per il ripristino del servizio ferroviario sulla Asti-Chivasso. Nel primo (treno tra Chivasso e Brozolo) i vantaggi risultavano limitati da una diminuzione dei tempi di viaggio solo per i residente dei comuni fra Brozolo e San Sebastiano Po diretti a Chivasso; la compensazione necessaria per l’attivazione del servizio (circa 0,65 milioni di euro all’anno in più rispetto ad oggi) a fronte di vantaggi limitati a un solo bacino di utenza (che prima dell’interruzione movimentava circa 300 passeggeri/giorno) rendevano poco sostenibile questo scenario. La riattivazione del servizio sull’intera tratta comporterebbe vantaggi invece significativi sui tempi di viaggio per tutti gli utenti della linea, ma l’investimento annuo per l’esercizio appare elevato (2,20 milioni di euro in più rispetto ad oggi) a fronte di un’utenza limitata.

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