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Attualità

“In scadenza il blocco degli sfratti, servono interventi per risolvere il problema casa”

Il segretario generale provinciale Cgil, Luca Quagliotti, ha scritto una lettera aperta ai parlamentari astigiani, al sindaco Rasero e all’assessore Cotto

Una lettera aperta inviata ai parlamentari astigiani Andrea Giaccone e Paolo Romano, oltre che al senatore Federico Fornaro, al sindaco Maurizio Rasero e all’assessore comunale al Welfare Mariangela Cotto per esprimere la preoccupazione sul “problema casa” alla luce dell’emergenza sanitaria.
A firmarla Luca Quagliotti, segretario generale provinciale Cgil, che chiede di intervenire rapidamente, in modo coraggioso e innovativo, sia a livello nazionale che a livello locale, in vista della scadenza, a fine anno, del blocco degli sfratti.
«La cosiddetta “sofferenza abitativa” – scrive – in Italia non è un’emergenza, è un dato costante e strutturale. Basti pensare che il 90 % delle sentenze di sfratto sono dovute alla cosiddetta “morosità incolpevole”. In sostanza, non si paga l’affitto perché non si hanno le risorse economiche per farlo. Si sta parlando non solo delle tradizionali fasce deboli, ma anche di chi, pur disponendo di un lavoro, fatica ad accedere al mercato degli alloggi o a sostenere le spese connesse all’abitazione».

La richiesta di intervento

«Le conseguenze economiche della pandemia non potranno che aggravare questo quadro. Come Camera del Lavoro, insieme a Cisl e Uil, siamo riusciti a far prorogare il blocco dei licenziamenti, ed è stato un ottimo risultato. Il blocco degli sfratti scade invece a fine anno, praticamente domani. Dal prossimo anno potrebbe quindi aprirsi un problema sociale di assai difficile gestione. E’ quindi necessario intervenire rapidamente, in modo coraggioso e innovativo, sia a livello nazionale che a livello locale, reperendo risorse e coinvolgendo una pluralità di attori. Le misure potrebbero essere molte, da quelle più tradizionali come il sostegno al fondo affitti o la rivitalizzazione dell’edilizia residenziale pubblica, ad altre che andrebbero pubblicamente discusse. A titolo esemplificativo, un censimento degli alloggi pubblici e privati sfitti, invenduti e abbandonati, in modo da poter mettere in campo misure dissuasive nei confronti di chi lascia l’immobile inutilizzato e premiare chi sceglie di mettere a disposizione alloggi a canone concordato. Oppure l’elaborazione di specifici regolamenti di edilizia sociale per promuovere percorsi di autorecupero e autocostruzione, coinvolgendo la società civile, promuovendo l’empowerment e favorendo l’inclusione sociale con una regia pubblica efficace e attiva. O anche il coinvolgimento di Cassa Depositi e Prestiti per accendere mutui agevolati a favore dei Comuni per acquisto alloggi da destinare all’edilizia sociale».

La situazione a livello locale

Quagliotti fa poi un riferimento alla realtà locale.
«La città di Asti – continua – non è certamente indenne da questi problemi. Anzi, è considerata comune ad alta tensione abitativa. Come Cgil chiediamo quindi con forza ai parlamentari del territorio di farsi portavoce di questa sofferenza e di concorrere all’individuazione di soluzioni idonee. Parimenti, chiediamo al Comune di Asti di porre il tema in sede Anci e di attivarsi da subito per quanto gli compete».

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