Il canto di Clelia per rallegrare i suoi fans
C’è un intero quartiere, ad Asti, che ogni giorno attende con gioia il tardo pomeriggio ed è tutto merito di Clelia Giuliano, cantante per passione e mamma per amore che in questo momento di quarantena, di emergenza sanitaria e per tanti di solitudine, sta regalando il suo talento e il suo entusiasmo a tutto il vicinato.
Tutto iniziato per caso a marzo
“E’ iniziato un po’ per caso – spiega Daniele Emma, uno dei numerosi fans – ad un flash mob di marzo quando Clelia, dal suo balcone di via del Barcaiolo, in zona Tanaro, intonò le prime note.” E da lì fu subito successo, richieste e applausi a cui lei, che prima di avere i bambini faceva parte di un gruppo musicale, era abituata, fu immediatamente un momento di condivisione e di unione che ormai è un appuntamento quotidiano.
Quest’abitudine da’ un senso alle nostre giornate
“Questi ritrovi sono diventati un’abitudine consolidata – aggiunge infatti Katjia Alternin, una vicina – danno un senso a queste giornate, sono una bella compagnia.” Canzoni italiane, straniere, canzoni note, tante le richieste che Clelia, con la sua bella voce e le basi musicali, dona a chi abita vicino a lei e anche un po’ più in là, visto che le sue performance stanno coinvolgendo altri cortili o, grazie alle video chiamate, persone ben più lontane. “E’ un momento di allegria che ci unisce, che ci fa dimenticare il periodo, – sottolineano Katjia e Daniele – che attendiamo sempre con ansia e per cui vorremmo ringraziare Clelia.”
I suoi pezzi in scaletta
A volte lei inserisce anche dei suoi pezzi nella scaletta improvvisata, “Ho buttato tutto all’aria” o “Singing my song in the dark”, canzoni che le chiedono spesso, che lei canta, che in questo nuovo fenomeno, di questo imprevedibile periodo, sono una delle cose più belle.
Concerti di circa un’ora
Sono piccoli concerti dal balcone, di un’oretta o poco più, che stanno però rendendo grandi i giorni uguali di tutto il suo quartiere. “Un gesto molto apprezzato – terminano Katjia e Daniele – che ricorderemo, che racconteremo e per cui, insieme a chi la ascolta, vorremmo essere noi, adesso, in questo modo, a cantarle il nostro grazie.”
Monica Jarre