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Inaugurate due mostre che raccontano storia e personaggi del Palio

Nel Museo di Palazzo Mazzola e a Palazzo Mazzetti la manifestazione narrata in ogni sua sfaccettatura
Inaugurate lo scorso venerdì due mostre riguardanti il Palio. Primo evento a Palazzo Mazzola, sede del Museo della manifestazione, dove ha aperto, presenti autorità politiche e paliesche, l’esposizione dal titolo “Palius Astensis, cursus fuit: 750 anni di Palio di Asti (1275 – 2025). Il 2025 segna un traguardo storico per la città di Asti: il 750esimo anniversario del Palio, le cui origini documentate risalgono al 1275. In quell’anno, secondo il cronista Guglielmo Ventura, gli astigiani corsero il Palio sotto le mura della città nemica di Alba. In mostra cimeli, stampe, costumi e Drappi a narrare la storia della manifestazione. La mostra resterà aperta dal 13 giugno 2025 al 15 maggio 2026, in orario 9-13 dal lunedì al venerdì. Il martedì e il giovedì aperto anche il pomeriggio dalle 15 alle 17,30; sabato e domenica dalle 15 alle 18.

A Palazzo Mazzetti è stata poi inaugurata la mostra “Volti e Colori del Palio di Asti”, progetto espositivo che rende omaggio a una delle più antiche e sentite tradizioni popolari italiane, intrecciando arte, memoria e identità. Ritratti fotografici realizzati da Claudio Vergano in uno studio fotografico, sottraendoli alla dimensione collettiva della sfilata. Le fotografie non sono semplici ritratti, ma vere e proprie immagini evocative che raccontano storie, emozioni e appartenenze.

Le didascalie non si limitano a descrivere i costumi, ma intessono un dialogo tra il personaggio rappresentato e il soggetto ritratto, tra passato e presente. Completano l’esposizione i Drappi del Palio offerti alla Collegiata di San Secondo tra il 2000 e il 2019, testimonianza di una consuetudine che, come stabilito già alla fine del Trecento dal Duca e dalla Domina di Asti, si rinnova nei secoli: un dono al Patrono, segno visibile del profondo legame tra la corsa, la città e la fede. Ogni drappo è stato realizzato da un importante artista contemporaneo, che ha saputo interpretare l’iconografia tradizionale di San Secondo a cavallo. Le didascalie che accompagnano ogni sendallo esposto riportano oltre al nome dell’artista anche i nomi dei vincitori della corsa di quell’anno: il Rione, il fantino ed il cavallo. L’esposizione, aperta dal 13 giugno al 14 settembre, è a cura di Francesco Antonio Lepore.

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