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Il caso dell’estate

Inchiesta: Asti dichiara “guerra” alla movida?

Multe ai gestori, locali chiusi: l’opposizione interroga sulla “città dormitorio” e chiede conto al sindaco, ma non mancano le sorprese

“Asti è una città dormitorio”, “non ci sono spazi per i giovani”, “appena un locale alza la musica, lo multano”, “quando c’è qualcosa che funziona lo fanno chiudere”. Sono alcune delle considerazioni che stanno tenendo banco, soprattutto sui social, nella lunga estate astigiana. Musica sì, musica no; deroghe, ma non per tutti; multe ai gestori che lamentano di essere stati presi di mira ingiustamente; la movida che viene osteggiata da parte di chi, invece, vorrebbe una città più a misura di pensionati. Un caos tra verità e bufale che vede come prime vittime proprio i giovani in cerca di luoghi dove poter passare un venerdì o un sabato sera con gli amici, ballando o ascoltando musica live.

Non una novità se si pensa che, in passato, il solo fatto di organizzare Asti Musica in piazza Cattedrale scatenava la rabbia di alcuni residenti che volevano stare con le finestre aperte senza dover “subire” la musica dei concerti (di solito fino a mezzanotte). Adesso il problema sembra esploso in diversi altri punti di aggregazione e nei locali della movida che, in realtà, non tutti sono davvero pubblici esercizi perché tra loro ci sono anche circoli (che possono somministrare solo ai soci), oppure strutture che possono stare aperte solo a servizio di eventi mirati, club e via dicendo.

Ma poiché i più giovani non si occupano di burocrazia, ma guardano solo se un locale sia o meno adeguato alla necessità, ecco che trovarlo improvvisamente chiuso o senza più musica dal vivo crea la classica querelle del tutti contro tutti. Un caso che è stato raccolto dalla politica attraverso una lunga interrogazione al sindaco e alla giunta firmata dai consiglieri di minoranza Briccarello, Bosia, Malandrone e Cerruti. Interrogazione che si apre con una considerazione tecnica: «Negli ultimi tre mesi – scrivono i consiglieri – diversi circoli e locali della città hanno subito multe e/o restrizioni all’attività notturna da parte del Comune e queste limitazioni hanno causato una notevole diminuzione dell’offerta musicale e ricreativa, nonché degli introiti per i suddetti soggetti».

Da qui la richiesta di sapere con quale criterio l’amministrazione pensi di gestire la vita notturna della città; se si vuole mettere in atto “una linea dura” nei confronti della vita notturna imponendo uno stop alle attività alle 23.30; se l’amministrazione pensi che la musica dal vivo «sia dannosa per la città», ma anche se questa situazione non crei i presupposti per essere meno turistici e meno attrattivi. In aggiunta i consiglieri di minoranza vogliono conoscere «in che modo e con quale strumentazione, in particolare per la misurazione dei decibel, vengono fatti i sopralluoghi»; se gli stessi «vengono fatti in tutti i locali»; «quanti ne sono stati fatti e in quali locali»; «quante multe, sanzioni e restrizioni ha imposto la polizia municipale indicando le motivazioni e, nel caso, i livelli di sforamento».

C’è anche un aspetto di natura politica che i consiglieri Briccarello, Bosia, Malandrone e Cerruti sollevano: «Questo atteggiamento repressivo – si chiedono – non stride con le recenti affermazioni del consigliere delegato alle Politiche Giovanili il quale ha affermato che “i luoghi associativi non mancano, ma serve organizzare iniziative e attività”, visto che viene vietato ai luoghi associativi di organizzarle?».

In definitiva i consiglieri contestano la linea “dura” contro la movida sottolineando che «allontana i giovani da Asti e alimenta il suo status di città dormitorio».

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