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Attualità

Incisa Scapaccino, il Covid non ferma la devozione per “Tunen” il settimino

Nonostante sia scomparso nel 1929 la sua fama di guaritore sopravvive ancora e soprattutto in occasione dei defunti la sua tomba si riempie di fiori e ceri

La sua tomba sommersa da fiori e lumini

Il Covid non ferma la devozione per il Settimino Tunen (nella foto) e nonostante il periodo così complicato per gli spostamenti di fronte alla sua tomba, nel piccolo cimitero del Borgo Villa di Incisa Scapaccino, in questi giorni si moltiplicano le offerte e gli omaggi floreali in suo onore.
In tempi normali il fenomeno non sorprenderebbe: gli incisiani da tempo sono abituati a convivere con la fama del loro illustre concittadino, tanto che in occasione della celebrazione di Ognissanti lo stretto corridoio che conduce alla sua tomba di famiglia viene ricoperto da vasi e lumini, che quasi impediscono il passaggio.
Quest’anno, per il momento, non sembra fare eccezione anche se il numero di fiori e lumini esposti è leggermente inferiore rispetto agli altri anni.

 

Una messa in suo suffragio ogni prima domenica  del mese

In ogni caso, il passaggio di coloro che si recano alla sua tomba per una preghiera sembra essere costante, così come le presenze alla messa commemorativa che si tiene ogni prima domenica del mese. «Certo questo è un anno particolare, ciò nonostante registriamo un aumento dell’interesse nei confronti del Settimino Tunen anche da fuori provincia. Ci scrivono o ci contattano per email persone dalla Puglia, dalla Calabria e anche dal Lazio per avere informazioni o una sua foto ricordo – commenta Maria Teresa Capra Presidente dell’Associazione In Cammino con Tunen – Una manifestazione di interesse che ci riempie di orgoglio e che ci fa piacere, anche se davvero non capiamo come la sua fama sia riuscita a valicare i confini non solo provinciali, ma anche regionali. Questo è sicuramente la dimostrazione che Tunen ha saputo toccare il cuore di molti».

Un guaritore del secolo scorso

In tanti sembrano infatti attratti dalla figura di questo guaritore astigiano, vissuto un secolo fa sulle rive del Belbo e ancora oggi capace di portare conforto ad un numero crescente di fedeli, dai giovani fino alle persone di età più matura. Ma chi era il settimino Tunen? Nato come Antonio Cacciabue nel 1850 a Incisa, Tunen era un umile contadino particolarmente devoto alla Madonna Virgo Potens.

Da bambino guariva  gli animali

Già da bambino, gli si riconosceva un dono straordinario, quello cioè di saper guarire animali e persone, diventando così un punto di riferimento per la sua gente. Morì nel suo paese nel 1929, al termine di una vita tranquilla e dedita al prossimo, e da allora gli incisiani gli sono sempre rimasti devoti, affidandogli preghiere e richieste di intercessione per una grazia.
Riconosciuto dalla Chiesa come “Testimone coerente e credibile”, la sua causa di beatificazione è però in corso di valutazione. Nonostante il Covid, la parrocchia incisiana è riuscita a garantire la celebrazione della messa mensile dedicata al Settimino, che ogni prima domenica del mese richiama moltissimi fedeli provenienti da tutto l’Astigiano e non solo. Considerato però l’aumento dei contagi e visto l’elevato numero dei partecipanti sarà necessaria una sospensione temporanea di questa particolare funzione, fanno sapere dalla parrocchia.

Ultima messa l’8 novembre

L’ultima messa dedicata al settimino Tunen per quest’anno si celebrerà quindi domenica 8 novembre alle 16 nella Chiesa del Carmine del Borgo Villa di Incisa Scapaccino. Seguirà un periodo di sospensione fino al mese di marzo 2021.

l.p.

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