«Abbiamo ritenuto opportuno non applicare la TASI agli inquilini riconoscendo la natura di questa imposta come sostitutiva di quella che gravava sullIMU prima casa». Lassessore al Bilancio
«Abbiamo ritenuto opportuno non applicare la TASI agli inquilini riconoscendo la natura di questa imposta come sostitutiva di quella che gravava sullIMU prima casa». Lassessore al Bilancio Santo Cannella ha spiegato così la scelta dellamministrazione di esentare gli inquilini dal pagare lultima novità in fatto di acronimi fiscali, la TASI, che serve a coprire parzialmente i servizi indivisibili. Nel Comune di Asti questi servizi pesano sul bilancio per 7.576.414 euro ma limposta copre solo il 29% dei costi totali e che si riferiscono allattività della polizia municipale (3.247.681 euro), della protezione civile (122.081 euro), dei servizi demografici (1.527.759 euro), dellurbanistica – assetto del territorio, servizi per ledilizia (1.195.755 euro) e della manutenzione delle infrastrutture (1.483.138 euro).
«La scelta dellamministrazione è stata quella di applicare la TASI soltanto agli immobili oggetto di esclusione ed esenzione dellIMU – ha aggiunto Canella durante lillustrazione della pratica in Consiglio – e che per labitazione principale ha unaliquota del 2,5 per mille (0.25%). Si è ritenuto opportuno, inoltre, esentare tutti i proprietari di immobili la cui rendita catastale complessiva sia inferiore a 300 euro, si tratta 7.200 contribuenti su un totale di 24.400».
Sulla TASI lamministrazione Brignolo ha anche previsto detrazioni decrescenti a seconda della rendita catastale compresa tra 300 e i 700 euro (da 125 a 5 euro a scalare) e che interessano l80% dei contribuenti astigiani. A ciò si aggiunge la detrazione di 30 euro per ogni figlio a carico (max. 26 anni) ma solo per quelle famiglie che vivono in una abitazione con rendita catastale tra 300 e i 700 euro. Conti alla mano il gettito complessivo TASI ammonta a 2.215.000 euro (quello relativo allIMU prima casa, nel 2012, calcolando il taglio operato dallo Stato fu di 2.600.000 euro). La Giunta ha inoltre previsto un fondo che andrà a sollevare quelle categorie di contribuenti con redditi bassi o eventualmente in possesso di prima casa con mutui gravanti (ma con un limite di reddito).
La TASI ha avuto il via libera del Collegio dei Revisori ma un secco no dei consiglieri di minoranza, molti dei quali sollevano quella che definiscono essere una disparità dei cittadini fino ad ipotizzare, come nel caso del consigliere Maurizio Lattanzio (Lista Civica) dubbi sulla costituzionalità del provvedimento. Come? Richiamando lart. 53 della Costituzione che recita: «Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva». Esentando, di fatto, gli inquilini dal pagamento della TASI e lasciando che siano i proprietari a sobbarcarsi tutto lonere della tassa, si sarebbe andati contro a questo principio di uguaglianza (la questione di legittimità costituzionale è stata sollevata anche da un odg approvato nel Consiglio comunale di Varese). Secondo Lattanzio, ex assessore al Bilancio e avvocato, il dubbio esiste.
«Stiamo approvando una pratica nulla o annullabile in aperta violazione con il principio costituzionale che prevede la parità contributiva – ha sottolineato – Non stiamo parlando di unimposta ma di un corrispettivo di un servizio che il cittadino ottiene dallamministrazione; quando mai si è visto che una tassa, a fronte di un servizio, viene pagata solo da una categoria mentre gli altri non la pagano? Ma vi sembra una cosa logica? Andatelo a spiegare ai cittadini perché io dirò che la scelta politica è stata vostra». Per questo motivo Lattanzio ha successivamente fatto sapere che presenterà ricorso al TAR, o direttamente alla Corte Costituzionale, contro la delibera TASI («farò tutto il possibile per fermare questa cosa inaccettabile») benché la Giunta, prima di deliberare la tassa, abbia chiesto dei pareri legali ottenendo il via libera dal punto di vista formale.
Ancora una volta è stato il capogruppo del PD, Vittorio Voglino, a replicare, dai banchi della maggioranza, alle accuse mosse contro la Giunta. «Non contesto che la comunità sia chiamata a pagare ma trovo discutibile la farraginosità della materia del federalismo fiscale municipale; la presenza di sigle che vanno e vengono sono il segno incontrovertibile di unincertezza politica quantomai visibile e si ha la sensazione di muoversi sulle sabbie mobili. Noi siamo chiamati ad esprimerci dentro un quadro i cui confini ci paiono eccessivamente rigidi tali da non consentirci di mettere in atto meccanismi destinati ad una maggiore giustizia sociale. Stando così le cose, non possiamo che recitare la dura lex, sed lex, che non mi appassiona, ma con senso di responsabilità dobbiamo votare queste pratiche. E stata una scelta politica privilegiare coloro che non sono proprietari – ha aggiunto Voglino – immaginando che queste siano le persone che maggiormente meno dispongono rispetto ad altri, i quali, pur avendo fatto dei sacrifici, sono proprietari di alloggio».
Il sindaco Brignolo in una nota successiva è tornato a difendere le scelte operate sottolineando come la TASI di Asti sia «una delle più basse dItalia» ma, dallopposizione, sia il consigliere Giovanni Pensabene (FdS) che la collega Angela Quaglia (Forza Italia) non sono stati daccordo sulle politiche adottate dalla Giunta in materia di TASI e IMU: il primo ha contestato la scelta di non applicare unaliquota IMU maggiore sui terreni incolti sgravando quelli coltivati e ha suggerito allamministrazione di approvare unaliquota TASI unica per tutti, pari a 0, per rivederla con lapprovazione del bilancio di previsione. Quaglia ha invece contestato la scelta di far pagare la TASI ad alcuni cittadini e ad altri no e, per quanto riguarda lIMU, la decisione di un ulteriore aggravio per le persone che concedono una casa di proprietà gratuitamente ai propri figli.
La IUC è infatti composta anche dallIMU così il Consiglio comunale ha approvato le aliquote e il regolamento per lapplicazione dellimposta che sostanzialmente non varia rispetto allo scorso anno salvo per alcune categorie chiamate a pagare di più. Perché? Prevalentemente perché la normativa nazionale ha esentato dal pagamento dellIMU alcuni immobili, al di là della prima casa, come le abitazioni di anziani o disabili che acquisiscono la residenza in case di riposo o istituti sanitari, le case ATC, la casa coniugale assegnata al coniuge dopo una separazione, le unità immobiliari, possedute e non concesse in locazione, da personale in servizio permanente appartenente alle forze armate, di polizia, ai vigili del fuoco e dal personale appartenente alla carriera prefettizia (per il quale non sono richieste le condizioni della dimora abituale o della residenza anagrafica).
Tutte queste esenzioni si traducono per le casse comunali in un buco da 224.776 euro sanato con laumento delle aliquote sui fabbricati abitati e locali a canone agevolato (concesso nel 2012-2013) che passano da 4,6 a 5,6 per mille (aliquote minime) e da 7,6 a 8,6 per mille (aliquote massime). Per lo stesso motivo aumenta lIMU, da 7,8 a 8,6 per mille, per chi concede unabitazione gratuitamente ad un parente di primo grado in linea retta. Il tax day per gli astigiani sarà quindi il 16 giugno senza proroga alcuna.
Riccardo Santagati