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Gaia si apre al mercatocon l’arrivo di un socio privato
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Gaia si apre al mercato
con l’arrivo di un socio privato

Gaia, la società astigiana che gestisce il ciclo di smaltimento dei rifiuti, vuole poter crescere, attrarre investimenti e rimodernare i suoi impianti. Per farlo, la via sarebbe obbligata: cedere il

Gaia, la società astigiana che gestisce il ciclo di smaltimento dei rifiuti, vuole poter crescere, attrarre investimenti e rimodernare i suoi impianti. Per farlo, la via sarebbe obbligata: cedere il 45% del capitale azionario (oggi interamente pubblico) ad un socio privato per ricavare almeno 6 milioni di euro. Lo sviluppo strategico di Gaia è la pratica più importante affrontata dal Consiglio comunale convocato mercoledì sera (e proseguito ieri, giovedì, mentre il giornale andava in stampa). E' stato il presidente di Gaia, Luigi Visconti, a spiegare il piano strategico dell'azienda collegato alla cessione delle quote. «Un piano che dev'essere quello proposto ai sindaci e che non può cambiare se si vuole essere operativi, con il nuovo partner, entro la fine del 2015» ha precisato Visconti.

In sintesi la questione è la seguente: Gaia, che oggi tratta una quantità di rifiuti ben inferiore rispetto alle potenzialità dei propri impianti, ha bisogno di incrementare la produzione ma può trattare rifiuti "esterni" dal circuito dei Comuni associati nei limiti del 20%. Gaia, per scelte politiche ben precise, non ha un proprio termovalorizzatore (che per funzionare a pieno regime necessita di almeno 200.000 tonnellate annue di rifiuti mentre Asti ne produce "appena" 25.000) ed entro il 2016 la discarica di Cerro, senza ulteriori interventi di rimodellamento, andrà ad esaurirsi. Quindi che fare? Secondo il sindaco Brignolo e lo stesso presidente di Gaia, la strada obbligata, escludendo la costruzione di un inceneritore o nuovi interventi alla discarica, è la cessione di parte delle quote ad un partner privato, da identificare con gara, tra coloro che hanno a disposizione un termovalorizzatore dove "spedire" i rifiuti astigiani destinati ad essere bruciati in cambio, però, di ricevere da lui altri rifiuti da trattare nei nostri stabilimenti.

Tutto questo darebbe non solo i soldi necessari a Gaia per effettuare la manutenzione degli impianti attuali ma anche quelli utili ad un "revamping" (ristrutturazione e allargamento) dell'impianto di compostaggio di San Damiano. Brignolo ha anche precisato che la gara per identificare il socio operativo dovrà essere preceduta dalla stesura del nuovo statuto e dei patti parasociali «per mettere in chiaro, fin da subito, che le scelte strategiche e di indirizzo della società dovranno restare in mano pubblica, con il 55% o più delle quota azionaria». Visconti ha poi concluso la propria relazione, prima di dare spazio agli interventi dei consiglieri, rendendo noto l'attuale valore economico di Gaia che, senza considerare l'eclatante utile da circa mezzo milione di euro registrato nel 2014, varia tra un minimo di 7,2 milioni e gli 11 milioni di euro con una media di circa 9 milioni. Giovedì sera è stata approvata la pratica che vedrà un secondo passaggio in Consiglio comunale prima dell'approvazione dei patti parasociali.

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