E’ cominciata sabato scorso, per continuare fino a domenica 13 novembre, la settima edizione di “#ioleggoperché”.
E’, questa, la più grande iniziativa nazionale di promozione della lettura, organizzata dall’Associazione Italiana Editori e sostenuta dal Ministero della Cultura in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione. Nelle librerie aderenti si possono infatti acquistare libri da donare alle biblioteche scolastiche. Al termine dell’iniziativa, gli editori contribuiranno con un numero di libri pari alla donazione complessiva, raddoppiandola.
Numerosi i punti vendita astigiani che hanno aderito all’evento: nella sola città capoluogo si contano 9 librerie e 41 istituti aderenti, dalle materne alle superiori, compresi gli indirizzi serali e la scuola attiva presso la casa circondariale di Quarto. «Grazie a questa iniziativa – commenta Beppe Gnesotto, titolare della libreria “Alberi d’Acqua” – abbiamo potuto entrare in contatto con molte scuole (basti pensare che siamo gemellati con 48 istituti dell’Astigiano) con cui stiamo collaborando per sensibilizzare il maggior numero di persone possibile».
Le iniziative che coinvolgono bambini e ragazzi
Ad essere coinvolti direttamente anche bambini e ragazzi, protagonisti di iniziative che si svolgono in classe o presso le librerie gemellate con le loro scuole. Per fare qualche esempio, ieri (lunedì), davanti alla libreria Goggia di corso Alfieri, alunni della primaria Salvo D’Acquisto si sono impegnati a diffondere il messaggio dell’inclusione attraverso la lettura e la drammatizzazione della storia “Pumbo per gli amici Pumbino”. Hanno inoltre distribuito segnalibri e piccoli gadget, riportanti frasi di libri famosi, realizzati in classe.
Gli studenti della scuola media “Brofferio – Martiri della Libertà”, invece, venerdì 11 e sabato 12 novembre realizzeranno un contest di lettura all’interno e all’esterno delle librerie gemellate (“Goggia” e “Il punto” per la Brofferio, “Joy & Joy” e “Marchia” per la Martiri).
Sulla base del tema di riflessione “Leggi che ti passa”, i ragazzi coinvolgeranno clienti, passanti e curiosi a cui racconteranno le trame dei libri letti e ne leggeranno un brano. Ma, soprattutto, illustreranno il “potere curativo” che hanno riconosciuto in quel libro, proprio come se fosse una medicina con la relativa posologia, le controindicazioni e gli effetti collaterali. «Leggere per imparare, quindi – spiegano dalla scuola – ma anche per diventare persone migliori, stare meglio con gli altri o addirittura guarire. Già gli antichi si resero conto dell’influenza che i libri esercitano sul nostro stato di salute. Basti pensare che la porta della biblioteca di Tebe era sormontata dall’iscrizione in pietra “Medicina per l’anima”».