Il consigliere comunale Mario Malandrone di Ambiente Asti ha presentato un’interpellanza all’amministrazione Rasero sull’Istituto Musicale G. Verdi che, da quando ne è stata affidata la gestione a privati, torna spesso al centro del dibattito politico e culturale. Malandrone ha sollevato varie questioni cruciali sull’istituto, le cui attività sono state esternalizzate all’Associazione Musici di Santa Pelagia, nel 2017, affinché intervenisse per rilanciare la struttura, i suoi corsi e la rendesse più appetibile non solo in città.
Il Comune di Asti, infatti, eroga alla gestione privata/associativa dell’istituto una somma di 64.000 euro più Iva, ma per il consigliere di minoranza i problemi non sarebbero stati risolti, anzi sarebbero peggiorati. Malandrone parla di una diminuzione nel numero dei docenti, di allievi a cui si aggiungono problemi legati ai pagamenti delle prestazioni degli insegnanti, con segnalazioni di pagamenti ritardati o saltuari. Un altro aspetto portato all’attenzione degli astigiani è il mancato rilascio del bando per l’affidamento dell’istituto l’anno scorso che ha portato al rinnovo dell’affidamento della gestione ai Musici di Santa Pelagia. «Perché il bando per l’affidamento dell’istituto non è stato pubblicato l’anno scorso? – domanda Malandrone al sindaco Rasero – Ci sono piani per rilasciare un nuovo bando?».
Altre domande riguardano lo stato di preservazione dell’edificio e della sua sicurezza anche in termini di agibilità. «Tra poco vi saranno i 200 anni dalla nascita dell’Istituto Verdi: – conclude Malandrone – quali visioni, programmi ha l’amministrazione Comunale per un Istituto così glorioso e storico? Che cosa si intende fare? Qual è l’obiettivo?».
La replica dei gestori: «Nessun progressivo decadimento o riduzione dell’attrattiva»
Ma l’Associazione Musici di Santa Pelagia non ci sta a vedere descritto l’Istituto Verdi come una sorta di istituzione decadente e priva di ogni appeal e ha pronta la replica punto per punto. «Non siamo affatto di fronte al “progressivo decadimento” e alla “riduzione dell’attrattiva”, ma semmai al contrario. Infatti, nell’anno scolastico 2015/16 (ultimo immediatamente precedente alla gestione dei Musici di Santa Pelagia), le iscrizioni erano pari a 72 e quelle del 2022/23 a 186, con un incremento pari a quasi il 160%. Un dato – spiegano dal sodalizio – che sarebbe sicuramente stato di gran lunga migliore se non ci fossero stati i gravi problemi legati alla pandemia, che hanno spinto l’amministrazione comunale a concedere la prima proroga. Altro che “progressivo decadimento” e “riduzione dell’attrattiva”. Inoltre, sempre per confutare le accuse, vanno sottolineati alcuni fatti della massima importanza, primo tra tutti l’apertura di nuovi corsi sia individuali sia collettivi (come il coro di voci adulte e il progetto della big band jazz), che l’anno scorso sono stati accolti con grande interesse».
Mentre sono allo studio nuove proposte (tra cui i corsi di Storia della musica, Tecnica del suono e Musicoterapia), che verranno attivati nel caso di sufficienti iscrizioni, l’associazione ricorda di aver portato al Verdi la stagione concertistica “Regie Sinfonie” che «ha spinto molte persone che non avevano mai messo piede nel “Verdi” a entrarci per assistere non solo ai saggi ma anche a una serie di concerti di rilevanza nazionale».
Non mancano, poi, le risposte sullo stato dell’edificio in termini di sicurezza e agibilità. «La nostra associazione ha investito fin dall’inizio cifre molto consistenti (regolarmente documentate) per rendere più accoglienti e funzionali gli ambienti, non potendosi chiaramente accollare in prima persona interventi strutturali al di fuori delle nostre possibilità e in ogni caso legati al parere della Soprintendenza ai Beni Architettonici. Inoltre, ha fornito all’Istituto a proprie spese quasi tutti i mobili della Segreteria e delle aule docenti e un gran numero di strumenti, che in alcuni casi vengono richiesti in prestito anche da altri enti, non ultimo il Liceo Musicale “Monti”».
Confermata, invece, l’esistenza di ritardi nei pagamenti ai docenti e ai collaboratori. «Un fatto che purtroppo non riguarda solo la nostra piccola realtà ma anche enti molto più importanti, – concludono i gestori del Verdi – che sono dovuti a una molteplicità di cause, tra cui le ingenti spese delle utenze e gli elevati costi di gestione. Si tratta di una questione senza dubbio spiacevole, ma entro certi limiti fisiologica, che abbiamo cercato in ogni modo di mitigare come meglio abbiamo potuto, tra gli infiniti adempimenti che un’associazione come la nostra deve affrontare per portare avanti la propria mission culturale. In ogni caso, i debiti verranno integralmente onorati il più presto possibile, come è sempre».