Cerca
Close this search box.
<img src="https://lanuovaprovincia.it/wp-content/uploads/elementor/thumbs/italia-non-vendiamo-miracolibrla-ricetta-dell39economista-boldrin-56e3179ab783a1-nkkbghvqz8b2v9raqc9w0kd9l77l12xvtd1ko8mxe0.jpg" title="«Italia, non vendiamo miracoli»
La ricetta dell'economista Boldrin" alt="«Italia, non vendiamo miracoli»La ricetta dell'economista Boldrin" loading="lazy" />
Attualità

«Italia, non vendiamo miracoli»
La ricetta dell'economista Boldrin

Michele Boldrin ha incontrato gli astigiani per sostenere il manifesto di Fare per fermare il declino, movimento da lui fondato insieme al giornalista Oscar Giannino. Critiche aspre alla classe politica, e alcune proposte per curare il Paese. «La soluzione passa dal taglio delle tasse per le imprese (a cominciare dall’Irap), taglio dei costi della politica, aumento delle spese per l’educazione»

Nessun miracolo impossibile da realizzare, nessuna facile promessa solo per acchiappare più voti, non si esce dall’Euro, non si toglie l’Imu né si creano un milione di posti di lavoro da un giorno all’altro. E’ per questo che il programma del movimento “Fare per Fermare il Declino” ha una sua verosimiglianza che l’economista Michele Boldrin ha spiegato agli astigiani, piuttosto numerosi, presenti mercoledì sera al Centro Cultura San Secondo. Boldrin, che lavora e vive da molti anni negli Stati Uniti, è tra i promotori del nuovo movimento (equidistante da destra e sinistra), insieme ad altri esperti di finanza, politiche economiche, ingegneria ambientale e diritto come Paola Bruno, Sandro Brusco, il giornalista Oscar Giannino, Carlo Stagnaro, Andrea Moro e Luigi Zingales. Ad introdurre la serata con Boldrin è stato Corrado Griffa, 57 anni, consulente finanziario astigiano e candidato al Senato.

«Con il voto utile siamo pronti per cambiare positivamente questo Paese e portare competenze nello Stato che arrivano dal mondo reale» ha detto Griffa prima dell’intervento di Boldrin. “Fare per Fermare il Declino” ha un proprio manifesto e 10 proposte strategiche che, una volta attuate a livello nazionale, dovrebbero invertire il declino dell’Italia ridando slancio all’economia, allo stato sociale, ai servizi e al mondo del lavoro. «Destra e sinistra hanno fallito – ha spiegato Boldrin – e da economista vi dirò che Berlusconi ha fallito più degli altri perché i disastri compiuti dai suoi governi sono superiori a quelli imputabili ai suoi avversari. Le condizioni di vita in cui vivono gli italiani sono la prova che la classe politica ha fallito e, cosa ancor più grave, in questo momento non c’è una sola persona di questi signori che abbia provato a discutere su cosa intenda fare se venisse eletta».

Boldrin non lesina aspre critiche a Monti (che chiama collega in quanto esperto di materie economiche) perchè l’operato del governo tecnico ha tradito le proprie aspettative. «Quando Monti è stato nominato premier ho pensato che, conoscendo la cura per la crisi in cui versava il Paese, avrebbe fatto quanto ci si aspettava che facesse come vendere la Rai, tagliare i costi degli alti dirigenti statali, dimezzare i costi della politica, invece ha introdotto l’Imu. Oggi è diventato la foglia di fico di Montezemolo e Casini e trovo che sia veramente imbarazzante». Allora qual è la ricetta di “Fare per Fermare il Declino”? Vengono proposte piccole innovazione dal grande impatto politico ed economico.

«Bisogna ridefinire lo stato giuridico dell’alta burocrazia pubblica iniziando un processo che farebbe risparmiare qualcosa come un’Imu e mezzo all’anno – ha spiegato Boldrin – Per prima cosa mettendo a capo di ogni ministero un dirigente licenziabile che risponda personalmente al Ministro. Il politico, invece, deve rispondere all’elettorato cambiando questa legge la quale ha permesso a questi signori di costruirsi un castelletto perfetto che bisogna smontare. La nostra idea è introdurre il sistema uninominale aggiungendo le primarie così da poter scegliere il candidato e controllare quello che fa. Inoltre, cosa che non sarebbe necessaria nei Paesi normali, occorre introdurre il limite dei due mandati perché non ci sono posti al mondo, fatta eccezione per alcune dittature africane, dove ci sono al potere persone che già c’erano 20 o 30 anni fa».

La cura per l’Italia del movimento di Giannino passa dal taglio delle tasse per le imprese (a cominciare dall’Irap), taglio dei costi della politica, aumento delle spese per l’educazione e introduzione di un sistema meritocratico nel mondo della scuola ma anche revisione del sistema bancario che, ha sottolineato Boldrin, «è causa della recessione perché le grandi banche sono prive di capitali di rischio e non possono fare prestiti alla piccola e media impresa bloccando di fatto lo sviluppo e gli investimenti delle aziende». Tra le tante proposte lanciate da Michele Boldrin l’abbattimento del 20% del debito pubblico su cui si pagano interessi carissimi, l’abolizione delle Prefetture e delle Provincie e il taglio del cumulo di pensioni pubbliche che troppe persone percepiscono intascando decine di migliaia di euro al mese. «Pensiamo che 4000 euro al mese possa essere un tetto più che ragionevole» ha proposto l’economista che, come ha sottolineato più volte durante il proprio intervento, non è candidato al Parlamento ma promotore del manifesto di “Fare”. Maggiori informazioni sul sodalizio sono on line sul sito www.fermareildeclino.it

Riccardo Santagati
Twitter: @riccardosantaga

Riccardo Santagati

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Scopri inoltre:

Edizione digitale