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Attualità

Italiani in Tunisia in moto: «Volo di rimpatrio, era l’unica possibilità di rientro in Italia»

La testimonianza di un motociclista di origini astigiane rientrato venerdì scorso da Tunisi

Coprifuoco e alberghi chiusi in Tunisia

«L’unica scelta da fare, per lasciare la Tunisia, doveva essere prendere uno dei voli messi a disposizione dal Ministero degli Esteri italiano. Già la scorsa settimana era stato instaurato il coprifuoco e gli alberghi hanno avuto l’obbligo di chiusura: i turisti, e in particolare gli italiani, si sono rapidamente trasformati in “untori” agli occhi dei tunisini e gli stranieri sono assolutamente indesiderati in un Paese dove la popolazione non conosce quasi nulla del Coronavirus e ha mezzi sanitari che sarebbero del tutto inadeguati per affrontare la diffusione del contagio». Così commenta la vicenda dei due motociclisti astigiani rimasti in questi giorni in Tunisia un altro italiano, residente a Lugano ma originario di Montegrosso d’Asti, rientrato venerdì scorso da Tunisi dopo un tour nel deserto in moto con un amico. «È vero, i traghetti effettuano solo il trasporto merci e non c’è la possibilità dunque per i passeggeri di rientrare facendo il viaggio per mare, portandosi dietro moto o altri veicoli: ma, con la dichiarazione della pandemia, le regole sono cambiate e la scelta prioritaria da fare era lasciare il Paese, attraverso i mezzi messi a disposizione, ossia i voli aerei – ci viene spiegato da Lugano – In questi giorni di emergenza è stata superata la tassa doganale per il deposito dei veicoli: noi stessi abbiamo dovuto lasciare a Tunisi due moto KTM e un furgone, in deposito custodito a 6 euro al giorno, consegnato alle autorità doganali tunisine i libretti di circolazione con le chiavi e abbiamo acquistato il biglietto per il volo di venerdì scorso diretto a Fiumicino. Da lì, abbiamo proseguito il rientro con auto a noleggio, con la relativa autocertificazione di legge. Non nascondo la difficoltà nell’organizzare il rientro: consultando il sito internet dell’ambasciata italiana avevamo appreso dei voli messi a disposizione per la partenza già da mercoledì scorso, ma restava la questione dei nostri veicoli: mi sono rivolto al Ministero delle Finanze della Tunisia e quindi all’ambasciata italiana e la soluzione è stata individuata». «Questa era la via da percorrere: siamo in una situazione di assoluta emergenza e l’unico obiettivo deve essere quello di preservare la nostra salute e quella altrui: non si poteva far altro che lasciare il più presto possibile la Tunisia, per tornare nelle nostre case e rispettare le disposizioni governative, in Svizzera, per ora, meno restrittive per alcuni aspetti rispetto all’Italia».
Intanto in questi giorni gli astigiani Guido e Carla, di Isola d’Asti, insieme ad altri motociclisti italiani, si trovano, come racconta Guido, in un campo tendato di un amico, dove hanno trovato rifugio, nella zona di Ksar Ghilane. Numerosi sono i messaggi con offerte di aiuto che hanno ricevuto attraverso il nostro giornale.

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