Qual è stato il momento più duro?
In Romania ho rischiato l’arresto. Una cosa del tutto inaspettata perché ho fatto sempre le cose come dovevano essere fatte. Ho dovuto rinunciare ad attraversarla.
Quale il Paese che ti è piaciuto di più?
La Francia, per due motivi: la varietà dei paesaggi e il grande rispetto per i ciclisti. È il Paese dove mi sono sentito più sicuro. E poi le Highlands scozzesi per la natura spettacolare.
Che cosa ti ha lasciato questa esperienza?
Una grande serenità. Le emozioni che mi porto dentro sono veramente tante, ma l’essermi messo alla prova, aver vinto la solitudine che inevitabilmente ho provato, essermi spinto oltre il limite della stanchezza sapendo che il giorno successivo c’era un’altra tappa da affrontare, senza mollare, mi ha regalato una grande fiducia in me stesso e mi permette di vedere le cose con una nuova tranquillità. A livello psicologico è stata un’esperienza molto forte.
Dopo aver attraversato l’Italia a piedi e l’Europa in bici, la domanda è inevitabile: ci sono altre imprese all’orizzonte?
Per ora no, mi fermo e cerco di gestire questo stato di quiete e di stanchezza. E poi si vedrà.