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L’Ente Parchi chiude i battenti?Forse un accorpamento con Torino
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L’Ente Parchi chiude i battenti?
Forse un accorpamento con Torino

Cosa sarà Asti nel 2020? Stiamo perdendo i pezzi per strada e oggi (martedì) a Torino, nel corso del Consiglio regionale, potremmo perderne un altro, l’ennesimo: l’Ente Parchi Astigiano. E già,

Cosa sarà Asti nel 2020? Stiamo perdendo i pezzi per strada e oggi (martedì) a Torino, nel corso del Consiglio regionale, potremmo perderne un altro, l’ennesimo: l’Ente Parchi Astigiano. E già, perché la gestione delle nostre riserve naturali Valleandona, Valle Botto, Valle Grande e Rocchetta Tanaro passerà sotto l’egida dell’Ente Parco del Po torinese. Un destino che era scritto nel disegno di legge n. 90 sul riordino dei parchi piemontesi e che sembrava potesse arrestarsi in sede di dibattimento consiliare, visto che persino gli stessi torinesi non sembrano troppo convinti di doversi accollare anche quest’ulteriore responsabilità. Ma nulla. Anche il nostro consigliere Angela Motta ha cercato di opporsi ad una strategia che impoverisce progressivamente ma inesorabilmente la nostra città delle sue funzioni principali.

Il suo intervento è stato anche duro contro la politica della giunta Chiamparino. “E’ l’ennesino accorpamento che penalizza la nostra città – ha detto Angela Motta – Per fare le cose bene è necessaria una visione d’insieme, totale. Qualcosa rimane a noi, qualcosa passa ad altri. Ma analizzando solo e sempre un argomento per volta noi contro Alessandria o Torino saremo sempre perdenti. Il disegno di legge – continua Motta – non è che l’ultimo atto che porterebbe ad un inesorabile depauperamento di servizi attivi nella provincia di Asti. E ciò avviene proprio in un momento in cui, più che mai, questa Provincia avrebbe bisogno di sostegno e aiuto. L’Ente parchi astigiano negli ultimi anni ha sviluppato una progettualità autonoma sulle tematiche paleontologiche connesse allo sviluppo del Museo. Alla luce di ciò ci aspettavamo un progetto di rilancio turistico-culturale del distretto paleontologico, una valorizzazione e conservazione delle aree protette, uno sviluppo delle politiche ambientali, mentre invece ci ritroviamo di fronte ad un accorpamento con la realtà delle Colline del Po, che già chiaramente ha espresso il suo disappunto per incompatibilità tra le aree naturali”.

In effetti, non è soltanto una questione di Ente Parchi, quella che sarà sul tavolo della discussione di oggi. Sotto sotto c’è un altro passaggio importante, quello del nostro Museo Paleontologico, un’eccellenza, sotto il coordinamento del Museo delle Scienze Naturali di Torino. E questo non sarebbe di per sè una cosa grave, se quest’ultimo in questo momento non fosse chiuso. Contrario a questo accorpamento anche l’attuale commissario dell’Ente Parchi Astigiano Felice Musto che ha sottolineato quanto l’amministrazione Chiamparino abbia “penalizzato la nostra città. Sabato sera a Valleandona si è tenuto uno spettacolo – ha continuato Musto – e in quell’occasione ho potuto constatare quanto la popolazione sia contraria a questo passaggio e davanti a tutti il parroco don Berzano, che ha parlato di una possibile manifestazione a Torino con tanto di striscioni e slogan. Il Pd astigiano ha dichiarato la sua disponibilità ad intervenire in difesa del nostro Ente Parchi. Aspetto che qualcosa si muova”.

f.d.

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