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Attualità

La carne rossa causa il cancro?
Italia sotto la soglia di rischio

Dati precisi ancora non ce ne sono, ma anche nelle macellerie astigiane si è notato una tendenza di calo di acquisto e consumo di carne rossa dopo l'allarme lanciato dall'Organizzazione

Dati precisi ancora non ce ne sono, ma anche nelle macellerie astigiane si è notato una tendenza di calo di acquisto e consumo di carne rossa dopo l'allarme lanciato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità che l'ha associata al rischio di ammalarsi di cancro. Una notizia che ha provocato la stessa deflagrazione mediatica di una bomba atomica alla quale però si sono levate le difese di associazioni di produttori, agricoltori, allevatori di tutta Italia. Perchè se è vero che i dati della ricerca non si possono contestare, è anche vero che bisogna andare oltre i titoli e gli slogan e contestualizzarli.

Le quantità considerate potenzialmente a rischio dalla ricerca dell'Oms sono per un consumo di 100 grammi al giorno di carne rossa e 50 di salumi ed insaccati. Una condizione molto lontana da quella italiana, dove come ha sottolineato il professor Calabrese, la media è tra i 70 e i 100 grammi di carne sia rossa che bianca 2 volte la settimana e 25 grammi di insaccati sempre a settimana. E c'è un altro dato, economico questa volta, che metterebbe gli italiani al riparo dal rischio di cancro dovuto al consumo di carne rossa. «Proprio quest'anno – affermano da Coldiretti – la carne è diventata la seconda voce del budget alimentare delle famiglie italiane dopo l'ortofrutta. Si tratta di una rivoluzione epocale che fa perdere per la prima volta nella storia dei rilevamenti delle spese degli italiani, il primato della carne». Senza contare che il Piemonte è la regione d'Italia con la filiera più sicura e controllata, tanto da essere un modello a livello europeo.

Eppure le rassicurazioni di esperti e nutrizionisti non sembrano sufficienti a rasserenare i consumatori, sempre più pronti a operare le loro scelte su basi emotive del momento e su tam tam che viaggiano sui social. La conclusione della ricerca dell'Oms è stata infatti un'ottima sponda per vegetariani e vegani che da sempre (anche per motivi etici) respingono il consumo di carne. Questo si è tradotto in una diffidenza degli acquirenti nei confronti della carne rossa e in un iniziale calo degli acquisti in attesa, forse (e solo qualcuno) di approfondire il contesto nel quale è maturato lo studio dell'Oms. La stessa organizzazione mondiale che suggerisce di diminuire le porzioni di carne e di aumentare quelle di frutta e verdura. In una parola: dieta mediterranea.

Daniela Peira

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