La Casa di Riposo “Città di Asti” «deve restare pubblica» e il bando per l’assegnazione della gestione a privati «dev’essere ritirato». A chiederlo sono i sindacati CGIL, CISL e UIL alla luce dei due progetti, che si punta a far finanziare tramite il Recovery Plan, i quali potrebbero permettere la ristrutturazione di parte dell’immobile e l’attivazione di nuovi servizi socio-assistenziali di cui Asti sente da tempo l’esigenza.
La consigliera comunale Angela Quaglia (Italia Viva) aveva suggerito all’amministrazione Rasero di inserire due schede sul Maina nelle richieste di finanziamento del Recovery Plan: la prima, da 4 milioni di euro, permetterebbe, dopo l’adeguamento strutturale, di destinare 40 posti letto all’accoglienza di malati cronici, ma necessitanti di una risposta sanitaria ed assistenziale di alta intensità, e 10 posti letto come Hospice. Mentre la seconda, da 2 milioni, prevede di costruire al Maina una “Casa di Comunità” così da accogliere soggetti colpiti dalla crisi che seguirà la pandemia, italiani o stranieri, dando loro servizi residenziali che potranno essere fruiti anche da altri cittadini.
Richieste, nel primo caso, avanzate da tempo dalle OO.SS., come ricordato dai sindacalisti Luca Quagliotti, Stefano Calella, Armando Dagna con Roberto Gabriele, Alessandro Delfino e Gianfranco Cerrato che aggiungono: «È evidente che, come CGIL, CISL e UIL e per le categorie del Pubblico Impiego, la presentazione di queste proposte sono un’importante e positiva novità per il futuro della più grande Casa di Riposo del Piemonte, per l’assistenza residenziale, per la gestione delle cronicità, del fine vita e, più in generale, per un ulteriore tassello nella gestione della Sanità territoriale nella Città di Asti. Una delle proposte che come CGIL, CISL e UIL abbiamo presentato sulla sanità prevedeva appunto la trasformazione di una parte della casa di riposo come Casa della Salute/Ospedale di comunità. È evidente che un progetto di tale portata deve vedere l’approvazione non solo di chi ha il compito di erogare i soldi del Recovery, considerando ovviamente positiva quella del Comune di Asti, ma anche delle istituzioni cittadine a partire dall’Asl che dovrà dare il proprio parere».
E mentre i sindacati chiedono di riprendere in mano un vecchio accordo siglato con gli enti locali che non ebbe seguito a causa della scarsità di fondi, gli stessi mettono le mani avanti sul timore che la proposta legata al Recovery non diventi propedeutico a garantire una fonte di finanziamento alla ditta/cooperativa che si aggiudicherà il bando per ristrutturare e quindi gestire la struttura.
I sindacati chiedono quindi il ritiro del bando e garanzie sul mantenimento della gestione pubblica, ma anche «l’apertura di un tavolo immediato di confronto tra le istituzioni competenti per discutere e favorire un percorso di rilancio della Casa di Riposo».