«Siamo entusiasti di questo risultato, finalmente ce l’abbiamo fatta – ha commentato Michele Boscagli, presidente di Anct – la Cerca e cavatura del tartufo in Italia è diventata Patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Otto anni di lavoro sono stati apprezzati, è stato un percorso che, grazie alle istituzioni competenti, ha dato l’opportunità a tutti i soggetti coinvolti di comprendere l’importanza di salvaguardare saperi e conoscenze della tradizione dei tartufai italiani. Un patrimonio collettivo, prezioso anche per le generazioni future, che va ben oltre il valore del prodotto in sé».
«Dopo i Paesaggi Vitivinicoli di Langhe Roero-Monferrato, le Residenze reali dei Savoia e i Sacri Monti, ora anche la l’affascinante e misteriosa ricerca del tartufo diventa patrimonio dell’intera Umanità – hanno commentato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e il vicepresidente Fabio Carosso – E come per i paesaggi vitivinicoli disegnati dalle mani dell’uomo è il legame con la terra a fare la differenza. Consapevoli però che il tartufo nasce quando e dove vuole: è merito solo della Natura e noi di questo patrimonio prezioso le siamo estremamente grati».