Piazza I maggio? Trasformata in un bosco. Il sottopassaggio della stazione? Ingoiato da un serpente di ferro. Poi un campo da basket sotto al cavalcavia Giolitti, uno skatepark in corso Matteotti e un
Piazza I maggio? Trasformata in un bosco. Il sottopassaggio della stazione? Ingoiato da un serpente di ferro. Poi un campo da basket sotto al cavalcavia Giolitti, uno skatepark in corso Matteotti e un nuovo sagrato davanti alle chiese di Torretta e Borgo Tanaro. Sono irriconoscibili gli angoli di città ripensati dai 45 giovani architetti coinvolti in Architetture Sottili, iniziativa ispirata dal professionista Domenico Catrambone; in tutto sono stati consegnati ad Asti sedici progetti a basso budget per riqualificare altrettanti spazi pubblici. Dopo una fase di studio e progettazione durata un anno, nei giorni scorsi in università è stato sollevato il velo sui progetti definitivi di Architetture Sottili, con il coordinamento della Commissione Cultura dellOrdine degli architetti provinciale.
«Non è utopico voler trasformare le criticità urbane in risorse per la collettività», spiega Marco Pesce, che ha seguito i 45 giovani architetti insieme al collega Fabrizio Aimar. «Investendo in interventi di alta qualità architettonica e sostenibili da un punto di vista economico e ambientale, è possibile riscrivere il futuro delle proprie città, migliorando anche le condizioni sociali della popolazione.» Gli interventi si sono concentrati sui vuoti, fisici e sociali, ma si è scelto di non colmarli gettando cemento: al parco delle Antiche Mura, per esempio, lunico nuovo volume è la cabina di legno che ospiterebbe il bar, da circondare con un auditorium in gradini derba e un camminamento per ripararsi dal fango. Altrove si è cercato di offrire nuove opportunità di aggregazione, come nelle piazze davanti alle chiese della Torretta e di Borgo Tanaro. Nel primo caso il parcheggio si restringerebbe per dare spazio a una zona pedonale ombreggiata da alberi, con il vantaggio di unire il sagrato alla vicina area verde. Ancora più radicale lintervento proposto davanti allaltra chiesa, con una piazza completamente riconvertita a verde e ricreazione.
Colpiscono poi i progetti di riutilizzo di aree oggi del tutto marginali, se non abbandonate a se stesse. Lanonimo piazzale tra via Spandre e corso Casale verrebbe privato del traffico, dando spazio a unarea verde pedonale collegata ai nuovi parcheggi al di là dellautostrada, sotto alla quale troverebbe spazio un campetto da basket. Cambierebbe volto anche un altro angolo di città poco fruito, larea verde tra via Ventura e corso Matteotti, che ricopre un parcheggio sotterraneo in disuso. Sfruttando la differenza di quote già esistente, il progetto prevede uno skatepark, linserimento di essenze botaniche in grado di resistere senza eccessive cure e colorati murales sulle pareti, oggi grigie, degli edifici prospicenti. Dimpatto la soluzione proposta per piazza Leonardo da Vinci: via il distributore di benzina e unampio passeggio ombreggiato da alberi per inquadrare lingresso dellex caserma dei vigili urbani. Altri interventi danno libero spazio alla fantasia, come linstallazione di elementi in ferro per evidenziare il sottopassaggio di piazza Marconi, che guadagnerebbe anche un lucernario a metà percorso, mentre sono decisamente suggestivi gli scorci virtuali del Bosco dei Partigiani.
La soluzione proposta da Architetture Sottili prevede un diradamento degli alberi meno pregiati, nuovi percorsi adatti anche ai disabili, arredi completamente ripensati e linstallazione di una piccola cabina-bar che funga da attrazione e presidio. Ambizioso, certo, ma fattibile anche dal punto di vista economico, così come tutti i progetti proposti. Del resto una delle direttive che i gruppi dovevano seguire era quella della sostenibilità: materiali semplici e azioni poco invasive per restare sotto i 100mila euro a intervento. I sedici progetti rappresentano più di un semplice esercizio per gli under 40 che ci hanno lavorato, sono un patrimonio di proposte cantierabili che attendono investitori e confidano nellattenzione del Comune. Alcune hanno già suscitato linteresse di imprenditori, altre hanno portato gruppi di cittadini a valutare la possibilità di una raccolta fondi, altre ancora hanno incuriosito la stessa Curia. Non tutte piaceranno e molte, in particolare quelle che prevedono leliminazione di parcheggi, faranno rizzare i capelli agli astigiani. Eppure questi piccoli interventi di agopuntura urbana potrebbero risolvere alcuni guai della città. Asti accetterà di farsi curare da queste nuove idee?
Enrico Panirossi