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Il caso

La crisi Konecta chiude il Consiglio comunale: «Numeri impressionanti, per Asti è una bomba atomica»

Il sindaco Rasero interviene sull’emergenza lavorativa che interessa i 400 dipendenti della multinazionale decisa a trasferire la sede, a Torino, entro giugno

L’annunciata chiusura della sede astigiana della multinazionale Konecta sta innescato quella che potrebbe trasformarsi, nel giro di pochi mesi, in una gravissima crisi sociale. Per questo il sindaco di Asti, Maurizio Rasero, in chiusura del Consiglio comunale di mercoledì sera, nel quale è stato approvato il bilancio di previsione 2026, è intervenuto sul caso spiegando le ultime notizie giunte all’amministrazione. Rasero ha espresso una forte apprensione per la sorte dei 400 dipendenti coinvolti e ha definitivo «la perdita di questi posti di lavoro con una bomba atomica su questa città e una bomba sociale pazzesca». «La città – ha aggiunto – non può permettersi una perdita di questa entità». I lavoratori, infatti, dovrebbero essere trasferiti nella sede di Torino.

Non a caso il sindaco ha paragonato l’entità numerica delle persone coinvolte con quelle delle più importanti, ma anche devastanti, crisi aziendali affrontate dal nostro territorio in anni passati, per esempio all’ex Waya. Rasero, nella giornata di ieri, ha incontrato i rappresentanti delle tre principali organizzazioni sindacali e ha allargato il discorso anche alle implicazioni della paventata chiusura della sede di Ivrea dove si parla di 700 dipendenti coinvolti dal trasferimento a Torino.

«Ho preso contatti con il sindaco di Ivrea, – ha poi aggiunto – e ho offerto ampia disponibilità mia e di tutto il Consiglio comunale per affrontare la situazione. Anche con i sindacati abbiamo condiviso la necessità di portare la problematica a un livello politico più alto, chiedendo urgentemente un incontro con il Presidente della Regione Cirio».

Riguardo alla possibilità di uno spostamento del personale sulla sede di Torino, il sindaco ha espresso forti riserve. A suo avviso, questa opzione è «quasi una scusa di licenziamento» perché la sede di Torino è stata etichettata come «molto scomoda», considerando «che i lavoratori in questione non sono strapagati, finirebbero per spendere gran parte del loro stipendio nel viaggio».

Rasero ha quindi detto ai consiglieri che entro pochi giorni ci saranno notizie dalla Prefettura dove si attende la convocazione del tavolo tecnico d’emergenza.

[nella foto l’incontro tra il sindaco Rasero e i rappresentanti dei sindacati – Foto Billi]

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