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Attualità
Intervista

“La Fondazione CrAsti sia motore di sviluppo. Astiss più legata al territorio e a settembre una grande mostra dedicata a Paolo Conte”

Il presidente Livio Negro fa il bilancio dopo un anno di mandato: “la svolta c’è stata, ecco come”

Un anno fa, di questi giorni, commentando la sua elezione a presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Asti, disse: «Più che un Amministratore delegato voglio pensare come se fossi un socio: un Ad ha una prospettiva di 3-4 anni, un socio di almeno 15-20».

Presidente Negro, un anno fa annunciava la necessità di un cambio di prospettiva. C’è stato e in che cosa si è visto?
Io provengo dal mondo imprenditoriale e la sfida di guidare una fondazione bancaria è stimolante; penso di poter apportare esperienze e idee innovative per una rinnovata mission dell’Ente in una visione maggiormente “imprenditoriale”, che si concretizza in un’azione diretta ad accrescere sinergie e sviluppo del territorio. Stiamo cercando di far capire ai vari attori che bisogna costruire progetti con tre caratteristiche distintive: deve esserci un cofinanziamento, devono essere progetti che legano realtà diverse – quindi enti pubblici e privati, istituzioni e associazioni – e avere una visione di innovazione e sostenibilità nel tempo.

Fin dall’inizio aveva insistito sulla necessità di fare rete, superando la logica dei mini contributi: possiamo fare qualche esempio concreto?
Il ragionamento a “pioggia”, giusto o sbagliato che sia, fa parte di un modus operandi ormai superato; oggi la Fondazione CrAsti agisce in linea con le indicazioni Acri e con l’operato delle grandi Fondazioni. Se nel 2024, 125 interventi si sono collocati nella fascia di importo 0 -5.000 euro, con una preponderanza di finanziamenti entro i 1.500 euro per progetto, nel 2025 abbiamo deliberato solo 53 interventi nella medesima fascia. Crescono, invece, i progetti in rete ed aumentano i contributi di importo superiore a 5 mila euro, già 48 nel primo semestre 2025. Tra i vari esempi possiamo citare il progetto “Monferrato On Stage” della Fondazione MOS o il progetto “Voci di territori e comunità – metodo di narrazione ad uso turistico con tecniche teatrali landscaper storymovers” del Teatro degli Acerbi che riescono a fare rete sia tra attori pubblici e privati del territorio attingendo risorse da enti diversi tra cui le altre fondazioni bancarie piemontesi.

Qual è il ruolo della Fondazione a sostegno dell’economia di un territorio come quello astigiano?
La Fondazione ha sempre avuto tra i propri settori d’intervento rilevanti lo sviluppo locale. Sarà importante saper ascoltare le esigenze del territorio, anche delle associazioni di categoria e del mondo industriale per operare in un’ottica di rete, ognuno con le proprie specificità, al rilancio dell’economia astigiana.

E da un punto di vista sociale, quali sono gli interventi che sosterrete?
Per il prossimo triennio la Fondazione Cr Asti cercherà di porre maggiore attenzione ai giovani in tutte le sfaccettature: dal disagio giovanile, al sostegno scolastico, alla crescita professionale, all’inserimento nel mondo del lavoro. Se si vuole costruire qualcosa si parte sempre dalla base: i giovani rappresentano il nostro presente e il nostro prossimo futuro. Vorrei, a questo proposito, citare il progetto avviato, nella scorsa primavera, dalla Fondazione congiuntamente alla Diocesi di Asti, all’Associazione Ti do credito ODV, all’Ambulatorio Fratelli Tutti e all’Ordine provinciale dei Medici e degli Odontoiatri finalizzato a sostenere i costi per le cure ortodontiche per bambini e ragazzi altrimenti esclusi, per motivi economici, dalla possibilità di interventi correttivi sull’apparato dentale con grave pregiudizio della salute anche in età adulta.

Alla guida di Astiss è arrivato un nome di prestigio come l’ex rettore del Politecnico Guido Saracco: dove volete puntare?
Guido Saracco proviene da una realtà leader nel settore tecnologico con conoscenze e relazioni importantissime nel mondo accademico ed imprenditoriale anche a livello internazionale. Il polo astigiano cercherà di concentrare l’attenzione sull’ascolto e sull’analisi delle esigenze espresse dal comparto industriale locale, fondamentale per l’elaborazione di proposte formative efficaci, rispondenti alla domanda di competenze del territorio, sia nell’ambito della formazione continua che nei percorsi Its (Istituti Tecnici Superiori). In secondo luogo, vi è l’intenzione di promuovere, in collaborazione con tutte le Università piemontesi, un percorso di laurea internazionale e interateneo, con un forte orientamento tecnologico e innovativo, idoneo a rispondere alle sfide emergenti e a rafforzare la competitività del sistema regionale della formazione superiore, competenze legate all’Intelligenza Artificiale. Infine, dovrà necessariamente essere avviata una riflessione e progettazione condivisa attorno al tema del riscaldamento globale, il cui impatto crescente sul settore vitivinicolo sta generando una nuova competizione a livello europeo.

AstiMusei è tornata a macinare grandi numeri e ospita mostre a ritmo continuo: è questa la nuova strada?
I recenti risultati ottenuti con la mostra di Escher testimoniano il grande lavoro svolto dal nuovo Consiglio di Amministrazione della Fondazione Asti Musei insediatosi lo scorso autunno : gli oltre 62.000 visitatori devono essere considerati il punto di partenza e non certo il punto di arrivo. Ci impegneremo a sostenere interventi di implementazione e potenziamento delle strutture espositive per prepararsi ad accogliere mostre di carattere internazionale. Contemportaneamente si proseguirà con esposizioni legate al territorio così da poter svolgere un’attività di valorizzazione e divulgazione dei nostri beni culturali. Il professor Antonio Lepore (presidente Asti Musei ndr) ha una storia e una conoscenza profondissima di tutto ciò che è arte e cultura come testimoniano le tre mostre recentemente inaugurate a Palazzo Mazzetti che valorizzano, per l’appunto, il nostro territorio. Si passa da Guglielmo Caccia a Mario Perosino, ricordo la mostra dedicata lo scorso anno all’artista astigiano Carlo Carosso, sino alla ricorrenza del 750° anniversario del Palio. E posso annunciare l’omaggio che Fondazione Asti Musei farà a Paolo Conte con un’inedita mostra che verrà inaugurata in autunno.

Ad aprile la Fondazione ha dato incarico ad un advisor di valutare il valore della Banca e verificare le possibili scelte della Fondazione: a che punto siamo?
L’advisor sta per consegnare le proprie valutazioni che saranno portate presto all’esame del Cda e del Consiglio di indirizzo. Ogni altro commento è prematuro.

E’ pronto il nuovo piano 2026/28? Su che cosa punta?
Il prossimo piano programmatico sarà realizzato sulla scorta delle indicazioni che perverranno dai lavori delle tre commissioni: cultura e turismo, università e istruzione, servizi alla persona. L’idea è di rivedere la definizione e i contenuti dei bandi e le tempistiche di presentazione delle istanze di contributo, ipotizzando per alcuni bandi una doppia finestra temporale così da concedere ai richiedenti più tempo per pianificare ed organizzare al meglio i loro progetti in funzione di una migliore strutturazione e quindi di una successiva valutazione della Fondazione. Una trasformazione che segna il definitivo abbandono della logica assistenzialista per abbracciare una strategia di sviluppo territoriale, dove ogni euro erogato deve generare effetti moltiplicatori e costruire reti durature tra gli attori locali. Il nostro sforzo è proprio quello di far sì che istituzioni e associazioni si uniscano e collaborino per l’attuazione di progetti comuni e condivisi.

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