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Il turismo è realmente l’oro nero del Piemonte?
Attualità

La guida turistica: “I ristoratori hanno subito un danno, ma meno impattante di altre categorie”

Matteo Gazzarata, guida astigiana, interviene sulle proteste di questi giorni: “Loro hanno lavorato da maggio ad oggi e possono continuare a farlo a pranzo e con l’asporto. Noi siamo fermi da quasi un anno”

Una guida turistica interviene dopo le proteste: “Loro almeno hanno lavorato da maggio e continuano a farlo, anche con l’asporto. Guide e accompagnatori sono fermi da quasi un anno”

E’ una presa di posizione “scomoda” e che lo metterà in mezzo ad una querelle già abbastanza accesa, ma non è la prima volta che la guida turistica astigiana Matteo Gazzarata interviene, durante l’emergenza Covid, per spiegare quali difficoltà sta affrontando la sua categoria costretta a fermarsi del tutto, o quasi, a causa del virus. Perché le guide turistiche e gli accompagnatori dei tour organizzati sono fermi da inizio febbraio e lo resteranno ancora, almeno fino alla somministrazione su larga scala del vaccino contro il Covid-19. Gazzarata ha deciso di intervenire in merito alle proteste che in questi giorni animano molte città d’Italia, quelle dei ristoratori e dei baristi che contestano le restrizioni imposte dall’ultimo DPCM, soprattutto la chiusura alle ore 18.

Sulla questione chiusura dei locali:
Sebbene non sia bello per nessuno sentirsi privare delle proprie possibilità di…

Pubblicato da Matteo Gazzarata su Venerdì 30 ottobre 2020

 

Il lockdown non è stato pesante allo stesso modo

“Sebbene non sia bello per nessuno sentirsi privare delle proprie possibilità di guadagno,  – commenta la guida turistica in un lungo post su Facebook – trovo che ci siano alcuni distinguo da fare tra chi ha potuto riprendere la propria attività, anche in forma ridotta e anche per breve tempo, e chi non ha mai potuto riprendere il proprio lavoro per ragioni diverse dal lockdown. Con le aperture di maggio i ristoranti hanno riaperto e hanno potuto ricominciare a lavorare e a incassare, in molti casi, io credo, mantenendo livelli di incassi paragonabili a quelli precedenti la chiusura dato che quasi tutti hanno potuto occupare suolo pubblico gratuitamente e hanno quindi esteso i loro dehor in modo consistente (nella via in cui abito non ci sono praticamente più parcheggi per l’estensione massiccia dei dehor). Non dimentichiamo che anche durante il lockdown, chi ha potuto si è organizzato con l’asporto: davanti alla pizzeria sotto casa mia c’è un traffico di riders notevole. E con la chiusura alle 18, possono continuare a farlo. Quindi sì, i ristoratori hanno subito un danno ma, io credo, meno impattante rispetto a quello di altre categorie”.

Matteo Gazzarata parla quindi della sua categoria, quella delle guide turistiche e degli accompagnatori, ricordando che, salvo in Sicilia e Puglia, “in tutto il Paese e soprattutto nelle città d’arte, l’attività non è mai ripresa, ad eccezione di alcuni sporadici servizi privi di alcun significato economico per la sussistenza di un essere umano. Salvo i bonus erogati dal Governo a marzo e ad aprile, questi professionisti sono privi di incassi, di qualsiasi genere ormai da gennaio 2020”.

“Permettetemi di dire che trovo piuttosto ingiuste le proteste di questi giorni: i ristoratori hanno lavorato da maggio ad oggi, e possono continuare a farlo a pranzo e con l’asporto per la cena. Le guide e gli accompagnatori no e non riprenderanno finché un vaccino non toglierà di mezzo, una volta per tutte, questo maledetto virus”.

“Se il virus circola così abbiamo anche le nostre responsabilità”

Gazzarata però allarga il discorso oltre questa o quella categoria e sottolinea il fatto che se il virus circola così tanto è anche colpa di moltissimi cittadini. “Siamo noi che non abbiamo resistito senza fare le vacanze, senza uscire anche quando era consigliato di trascorrere meno tempo possibile in presenza d’altri e siamo sempre noi che abbiamo ascoltato i deliri dei vari “non ce n’è di coviddi” fomentando un negazionismo idiota e lesivo della salute pubblica. Quindi sì, la responsabilità del contenimento del virus è anche nostra, non solo dei Governi (il nostro e quello di tutti gli altri Paesi Europei), e lamentarsi serve decisamente a poco, sfasciare le vetrine dei negozi e dire no a qualsiasi iniziativa del Governo ancora meno […] dobbiamo tutti metterci in animo che se vogliamo riprendere a lavorare, ci sono regole e sacrifici, anche fastidiosi, che dobbiamo accogliere per qualche tempo. Il mio orto crescerà prospero solo se anche il tuo farà altrettanto. E viceversa”.

Riccardo Santagati

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