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Attualità

La nomina di Beccuti
scatena il "fuoco" incrociato

E' proprio nel PD, e in un suo ex consigliere, che si contano i malumori più rumorosi per la nomina di Giovanna Beccuti, attuale segretario provinciale del partito, alla presidenza dell'Asp.

E' proprio nel PD, e in un suo ex consigliere, che si contano i malumori più rumorosi per la nomina di Giovanna Beccuti, attuale segretario provinciale del partito, alla presidenza dell'Asp. L'ex consigliere di maggioranza Clemente Elis Aceto, oggi passato all'opposizione dopo l'abbandono del PD, torna sul caso ricordando ciò che il sindaco Brignolo aveva indicato nel libretto elettorale del 2012 ("sceglierò le persone in base alle loro competenze, senza guardare le opinioni politiche"): «Lo stesso libretto – spiega Aceto – che ho condiviso allora, che condivido tuttora e per il quale i cittadini mi hanno eletto».
Nei giorni scorsi il PD astigiano, tramite il segretario cittadino Carlo Gentile, aveva chiesto ad Aceto di dimettersi dal Consiglio a causa della sua uscita dalla maggioranza. «Si dovrebbero chiedere le dimissioni di chi esegue il contrario di ciò che è contenuto nel programma – commenta Aceto – e non di chi, con forza, ne pretende il rispetto indipendentemente dal partito in cui è stato eletto. Nulla di personale nei confronti della neo presidente, ma con la scelta di Giovanna Beccuti alla presidenza dell'Asp si sono perse diverse ulteriori opportunità politiche di "cambiare verso" rispetto al passato tenendo fede proprio a quel programma: non si è interrotto il cordone ombelicale politica-partecipate con la nomina a presidente della segretaria provinciale del Partito Democratico, non si è interrotta la cattiva abitudine politica di produrre cumuli di cariche e poltrone impegnative, non si favoriscono competenza e merito se il processo di selezione rimane una formalità di facciata, non si mette al centro la persona se si sviliscono gli sforzi di chi si è proposto alla presidenza in virtù delle proprie esperienze professionali».

«Dal Manuale Cencelli al Manuale Brignolo»
Davide Giargia, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio, parla apertamente di "Manuale Brignolo" che, con la nomina di Beccuti, avrebbe rimpiazzato anche il "Manuale Cencelli", «ovvero la teoria delle "poltrone magnetiche" e della moltiplicazione degli incarichi. […] Il sindaco, a luglio, aveva già dichiarato con forza e decisione che il naturale successore alla carica di presidente sarebbe stato Giovanna Beccuti, segretaria provinciale del PD. E infatti così è stato. In questa vicenda ci chiediamo che fino abbiano fatto i consiglieri di maggioranza Panirossi e Fassone che, insieme all'ex di maggioranza Aceto, avevano dichiarato: "Le nomine che attendono il Comune, tra cui anche quella del nuovo presidente Asp, dovranno avvenire all'insegna della trasparenza e della meritocrazia". Chissà se questi criteri di trasparenza, meritocrazia e indipendenza abbiano soddisfatto il loro palato o se, ancora una volta, i due consiglieri di maggioranza assisteranno in silenzio assenso a un film già visto fin dal principio, in cui il sindaco Brignolo in fatto di poltrone è stato attore indiscusso tra incarichi in banca, Provincia e incompatibilità mal gestite». Giargia tira quindi la giacchetta ai due consiglieri del PD parlando di "yes men" al servizio del sindaco.

«Continuiamo a ritenere inopportuno il doppio ruolo»
Un attacco che non piace ai diretti interessati, pronti a replicare nel merito alle accuse del politico pentastellato. «Se ci si rivolge a noi per chiedere cosa ne pensiamo, è perché siamo tra quelli che fin dall'inizio hanno chiesto che si superasse un metodo in vigore da sempre: le nomine su base politica – rispondono Panirossi e Fassone – La trasparenza e la meritocrazia sono state effettivamente applicate nella scelta del consigliere di amministrazione di Asp (si riferiscono a Francesco Scalfari ndr). Per quanto riguarda il presidente, il sindaco ha voluto indicare una persona di sua fiducia: ne aveva la facoltà, sua la responsabilità di questa scelta. Non solo, in quanto esponenti del Partito Democratico continuiamo a ritenere che sia inopportuno il doppio ruolo di segretario di partito e presidente di Asp. E l'appellativo di "yes men" Giargia lo eviti nei confronti di chi sta in maggioranza in modo responsabile, riconoscendo il buon lavoro svolto dall'amministrazione, chiedendo di migliorare ciò che non convince».
Dal centrodestra è il consigliere Maurizio Lattanzio a definire la nomina del neo presidente dell'Asp «un atto di arroganza amministrativa. Niente contro la persona, ma i metodi sono inaccettabili se teniamo conto della richiesta di analizzare i curricula fatta da diversi gruppi consiliari. Il sindaco è stato del tutto indifferente alle proposte, e si è infischiato dei pareri espressi».

r.s.

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