Non si placano le critiche degli automobilisti e dei cittadini contro la nuova rotonda di corso Savona, costruita dopo il ponte sul Tanaro, all’incrocio con via Lungotanaro dei Pescatori. Un’opera considerata, da molti, deleteria per il traffico, inutile, pericolosa e, secondo alcuni, neanche in regola con i dettami del Codice della Strada. Insomma, sarebbe un “concentrato di tutti i mali possibili” che un’amministrazione comunale potrebbe inventarsi mettendo mano alla viabilità. Ma le critiche, culminate anche in diverse interpellanze dai gruppi di opposizione in Consiglio, hanno basi tecniche solide o ci sono aspetti non considerati?
Lunedì mattina, tra le 7 e le 8, siamo stati un’ora nei pressi della rotonda per vedere se ci fossero criticità adesso che l’opera è quasi del tutto completata. Abbiamo visto traffico a rilento e l’immancabile coda di mezzi verso il centro città, ma nessuna paralisi nei pressi della rotatoria tale da “inchiodare” il passaggio delle auto. Anche i mezzi più grandi, dai bus ai tir, non hanno avuto grandi difficoltà a girare intorno al nuovo manufatto. Se sia pratico o meno imboccare una rotonda “sfalsata” rispetto al rettilineo del ponte è un altro paio di maniche, ma si poteva fare diversamente? L’abbiamo chiesto al progettista dell’opera, l’ingegnere Piero Mondo di Torino, che ha firmato gli ultimi due Piani del traffico di Asti (l’ultimo rimasto in una sorta di stand-by e solo in minima parte applicato).
«La rotonda si è resa necessaria per via dall’insediamento del nuovo supermercato e non un capriccio progettuale costruito in mezzo al nulla. – precisa Mondo – Chi critica quell’opera, prima ancora di vederla in funzione una volta completata, non considera il contesto nel quale è stata inserita: il supermercato ha un nuovo parcheggio che conta circa 130 posti. Fino a oggi, via Lungotanaro è stata una strada poco trafficata con un innesto a T su corso Savona. Ora, con la presenza del supermercato, attività che attrae più traffico in assoluto, la situazione cambierà drasticamente». Si parla, nell’ora di punta di fruizione del negozio (il venerdì sera ndr), di centinaia di auto in transito che dovranno essere regolamentate.
«Mentre prima uscivano da quella via dieci auto all’ora, con difficoltà a inserirsi su corso Savona a causa della visibilità pessima (dovuta al guardrail sul ponte ndr), ora, nelle ore critiche, il flusso da via Lungotanaro potrebbe arrivare a 100-150 veicoli l’ora – continua il progettista – L’alternativa sarebbe stata installare un semaforo, scelta proibitiva che avrebbe bloccato totalmente il traffico. Invece lo spirito della rotatoria è rallentare il traffico mantenendo la fluidità». Per quanto riguarda la grandezza e la posizione della rotonda, più traslata verso il fiume rispetto a quanto indicato nel rendering originario, Mondo ribatte che «la rotonda è stata progettata in ottemperanza alla normativa vigente: se devono circolare mezzi pesanti, come autobus e camion, il diametro minimo richiesto è di 25 metri e quella rotatoria è, appunto, di 25 metri».
E ancora: «Sono state effettuate prove specifiche con i mezzi dell’Asp e con i bilici in transito e tutti passano senza problemi». Sulle critiche mosse per la troppa vicinanza al ponte, che secondo il Circolo SEquS di Asti non rispetterebbe le prescrizioni delle normative, l’ingegnere Mondo risponde così: «Non mi risulta che il Codice della Strada stabilisca un parametro certo di distanza in casi analoghi. Comunque la rotonda va a regolamentare un’intersezione già esistente, non nuova, ed è stata trasalta di circa 1,30 metri dalla massicciata ferroviaria, su prescrizione di Rfi, per questioni di sicurezza. Inoltre, sempre Rfi ha imposto l’inserimento di un guardrail lungo 33 metri a 1,80 metri dalla recinzione ferroviaria».
La ciclopedonale promiscua: chiarezza sulla progettazione
Un altro punto di forte frizione riguarda la realizzazione della pista ciclopedonale promiscua, un’opera che fa parte delle urbanizzazioni collegate al supermercato Lidl. Le accuse riguardano il fatto che sono stati abbattuti sette platani storici per fare posto a una pista ciclabile mentre, alla fine, è venuto fuori che si tratta di un “marciapiede allargato” per garantire l’utilizzo promiscuo a pedoni e bici. È cambiato qualcosa in corso d’opera? «Il progetto, fin dai tempi del preliminare, ha sempre previsto una ciclopedonale promiscua – replica Mondo – Questo significa che pedoni e biciclette condividono lo stesso spazio. La pista in questione ha una larghezza di 2,5 metri, una misura che rientra nella larghezza minima richiesta dalla normativa per questo tipo di infrastruttura. Sebbene il nuovo tratto, di circa 60 metri, sia promiscuo, si ricongiunge al sistema del ponte dove diventa un vero e proprio tratto ciclabile».
Per Mondo, quindi, sia la rotonda sia la nuova pista ciclopedonale promiscua sono opere inserite in un contesto specifico e le critiche mosse, magari anche da persone non esperte, sarebbero ingenerose e basate su conoscenze limitate in materia di viabilità. «Ovvio che durante la costruzione della rotonda si creino code e rallentamenti, sono fisiologici, ma non ha senso giudicarla quando non è ancora terminata. Direi di attendere il completamento della costruzione». E aggiunge: «La rotonda deve funzionare per forza, non c’è motivo per cui non sia funzionale. È normale che rallenti il traffico, ma l’importante è che lo mantenga fluido».