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Cinghiali in “vacanza” alle porte della città
Attualità
Grido d’allarme

La peste suina arriva in provincia di Asti, l’allarme della Cia

Ritrovamento a Mombaruzzo poco oltre il confine con la “zona rossa” alessandrina
Primo caso di ritrovamento di un cinghiale affetto da peste suina a Mombaruzzo e primo sul territorio provinciale. A lanciare l’allarme, con toni particolarmente accesi, è la Cia: «Significa un ampliamento ulteriore della zona rossa. Chiediamo, come unica soluzione possibile, l’intervento dell’esercito». Il presidente regionale della Confederazione Italiana Agricoltori, Gabriele Carenini, e il collega astigiano Marco Capra accusano le autorità competenti di immobilismo:

«Il grido di allarme degli agricoltori non può più cadere inascoltato. Si intervenga al più presto, senza più tentennamenti, abbattendo il maggior numero possibile di cinghiali». Annunciano che chiederanno un incontro a Vincenzo Caputo, commissario ministeriale in carico del problema della Peste Suina Africana:

«Se dovesse contagiare gli allevamenti suini dell’Astigiano e del Cuneese i danni sarebbero enormi. Bisogna evitare a tutti i costi che venga messa a repentaglio una voce così importante dell’economia piemontese».

L’estensione della zona in cui gli animali potrebbero essere affetti dalla cosiddetta “peste suina” viene confermata dall’Asl astigiana. L’animale morto sarebbe stato infatti rinvenuto in val Cervino, sul territorio di Mombaruzzo ma di fatto in zona prossima a dove finora era stata individuata presenza del potenziale contagio. Lo spostamento per il cinghiale sarebbe stato ridotto, sebbene significhi nei fatti l’attraversamento del confine tra la provincia di Alessandria e quella di Asti, con quello che ne consegue a livello amministrativo e di relativa, comprensibile, preoccupazione.

Fonti interne all’azienda sanitaria ricordano inoltre come si tratti di patologia trasmissibile solo tra suini, e il sud Astigiano abbia una presenza molto esigua di allevamenti di questo genere. I provvedimenti di prevenzione e cautela tra le aziende dell’ambito sarebbero comunque già stati presi, mentre a dire di alcuni esperti, la convocazione dell’esercito potrebbe non essere soluzione adatta.

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