In un anno è riuscito a creare su TikTok una numerosa community, oltre 25.000 follower, parlando di politica e delle varie implicazioni dettate dall’emergenza sanitaria, ma il suo obiettivo non è certo quello di vivere facendo l’influencer, bensì il segretario comunale. Davide Bella, 29 anni, residente ad Asti, si è iscritto su TikTok, il popolare social network, con l’intenzione di parlare al pubblico di temi a lui cari su una piattaforma dove, di solito, si possono vedere filmati di balletti, gag, cover di canzoni e video motivazionali o che trattano temi sociali. La politica non è tra i più gettonati, ma Davide Bella, laureato in Scienze del Governo, è convinto che si possa portare la buona politica sui social, purché approcciandosi in maniera adeguata.
Oltre 25.000 follower su TikTok, nel giro di un anno. Ti aspettavi questo risultato?
In realtà avevo iniziato a caricare video su YouTube nel marzo del 2020, in pieno lockdown, ma visto il tema trattato non riuscivo ad avere molte visualizzazioni. Poi una mia amica mi ha suggerito di provare TikTok e devo dire che nel giro di pochi mesi, da novembre a dicembre 2020, sono riuscito a mettere insieme 10.000 follower. All’inizio TikTok ti premia perché l’algoritmo spinge i contenuti nuovi, poi la situazione si è un po’ assestata, ma giusto pochi giorni fa ho superato i 25.000 follower. In passato facevo anche video di storia, ma poi ho smesso.
@davide.bellaMi hanno dedicato una intera pagina su “La Nuova Provincia” 😱 prometto che da domani ripartono i contenuti. Seguitemi anche su Insta: davidebella_♬ original sound – Davide Bella
Sul tuo canale hai iniziato a parlare anche di temi “caldi” come l’obbligo vaccinale, il green pass e le regole che, secondo alcuni, “violerebbero” le nostre libertà. Hai avuto problemi con la tua community trattando questi argomenti?
Quando ho iniziato a parlare di questi argomenti si sono presentati anche i barbari con i quali è difficile confrontarsi. In alcuni video, più recenti, ho risposto a questi soggetti in maniera ironica, anche con parole “forti”, ma questo perché mi hanno tirato addosso un bel po’ di letame. Alla fine ho risposto con il dovuto tono.
Sei mai stato minacciato o insultato?
Sì, certo. È successo diverse volte. Gente non di Asti, ma che abita in altre parti d’Italia che sotto i miei video ha commentato con frasi tipo “spero che non ti trovi qualcuno di notte”, etc.. Una volta ho dovuto affrontare un ragazzo “no vax” che sosteneva le sue teorie in maniera sconclusionata e allora gli ho chiesto di spostare il confronto su Instagram, ma non si è più fatto vedere. Resta comunque difficile parlare con questa gente.
Ci sono anche molti iscritti che apprezzano i tuoi contenuti.
Sì, per fortuna quelli che vengono ad insultare sono molto pochi rispetto al numero dei follower. Capita, magari, che ogni 10.000 visualizzazioni ci sia uno che inizi a insultare gratuitamente. All’inizio ci restavo male, poi me ne sono fatto una ragione e amen.
“Se non ti occupi di politica, sarà la politica ad occuparti di te”. Questa frase l’hai riportata sull’immagine di copertina del tuo canale YouTube. Cosa significa per te?
Questa frase l’ha scritta un anziano avvocato e attivista americano, ma spesso viene travisata nel suo significato. La considero come un invito al maggior numero di persone ad occuparsi della politica, come dovrebbe essere, a partire dai giovani. Purtroppo questo non avviene.
Come scegli gli argomenti dei video che carichi sul TikTok?
In questo momento ho meno tempo da dedicarci perché sto studiando per partecipare ad alcuni concorsi, tra cui quello per segretari comunali che inizierà a marzo del prossimo anno. Però molte volte pubblico video “al brucio” su temi che la community mi chiede di affrontare. TikTok, a differenza di altri social, vuole che gli utenti siano molto presenti e molto attivi. Tutto questo anche se i video durano 15 secondi e poi vengono velocemente superati.
Guadagni molti soldi pubblicando su TikTok?
Assolutamente no. È meglio sfatare subito il mito che pubblicando video su TikTok si diventi ricchissimi o che tutti possono essere Chiara Ferragni. Non è così. Quando parliamo di guadagni, che iniziano a essere monetizzati dopo i primi 10.000 follower, parliamo di pochi centesimi ogni 1.000 visualizzazioni.
Anche la politica, ormai, viaggia sui social a colpi di like e condivisioni. Bisogna rassegnarsi che andare a volantinare davanti alle fabbriche o fare comizi in piazza non serva più a nulla?
Secondo me bisogna guardare all’esempio degli Stati Uniti, Paese capostipite nell’uso dei social per fare politica. Lì funziona e noi l’abbiamo importato in Italia. Oggi un partito che possiede una pagina Facebook con milioni di follower, che commentano i post, parte avvantaggiato rispetto a chi non ce l’ha. La comunicazione è tutto e noi vediamo che ci sono politici più capaci e altri che non sanno usare questi mezzi.
Il sindaco di Asti, proprio con l’inizio del lockdown, è diventato molto “social” e ha trovato un suo modo per parlare ai cittadini, senza filtri, facendo crescere una discreta community. Consiglieresti a Maurizio Rasero di sbarcare su TikTok?
Rasero ha raggiunto anche 5.000 persone in diretta su Facebook, numeri importanti che, ad esempio, sulla piattaforma Twitch sono pochi a permettersi. Ma lui ha una carica istituzionale che gli dà più visibilità di altri. Anche su Instagram Rasero ha molti follower e oggi, tra i politici di Asti, non c’è nessuno che facendo una live avrebbe il suo stesso seguito. Però non gli consiglio di aprire un profilo su TikTok perché non dà visibilità a livello locale, ma nazionale. A lui non serve che uno dalla Calabria gli scriva: “Bravo, se vivessi ad Asti ti voterei”. Quindi è meglio che rimanga su Facebook e Instagram.
C’è un social che ti piacerebbe venisse inventato?
Non in particolare. Avevo trovato interessante Clubhouse, il social dove si entra nelle stanze principalmente per ascoltare gli altri, ma alla fine non ha avuto grande successo.
Quale “creator” consiglieresti di seguire su TikTok?
Ne seguo pochi, ma consiglio di non perdersi i video di erta.knk nei quali prende in giro il modo di lavorare dei “boomer” (giovani ndr).