Il dottor Paolo Roberto è il responsabile Ipla dei progetti di lotta alle zanzare per la Regione Piemonte. È il professionista che si occupa di mappare e monitorare l’andamento delle infestazioni verificando i dati raccolti sul territorio e pianificando gli interventi urgenti in caso di infestazioni.
Come funziona la gestione della lotta alle zanzare in Piemonte?
Abbiamo una legge regionale sulla lotta alle zanzare che risale al 1995. Questa stabilisce, tra le altre indicazioni, che le amministrazioni locali che desiderano attuare il piano di contenimento possono ricevere un contributo dalla Regione, sui costi effettuati, pari al 50%. Questo significa che se un Comune decide di investire, ad esempio, 2.000 euro in un progetto, la Regione ne aggiunge altri 2.000, permettendo di realizzare un intervento di lotta biologica integrata.
Come sono strutturati questi progetti e quali tipi di zanzare vengono monitorate?
I progetti prevedono un monitoraggio costante del territorio. Vengono installate diverse tipologie di trappole: quelle per le zanzare culex (la zanzara comune), che è responsabile della trasmissione del West Nile Virus, ma anche per la tigre così da valutarne la diffusione. Una volta raccolti i dati, i nostri tecnici identificano i focolai di riproduzione delle zanzare, che avvengono in acqua, e lì fanno i trattamenti.
Quanti Comuni piemontesi partecipano a questi progetti e qual è la situazione nell’Astigiano?
Attualmente, in Piemonte, abbiamo 216 Comuni che partecipano, raggruppati in 13 diversi progetti. Tra questi vi sono anche importanti capoluoghi di provincia. Per quanto riguarda la città di Asti, in passato partecipava, ma circa una decina di anni fa ha deciso di non aderire più e gestire la lotta alle zanzare tramite la propria ex municipalizzata (Asp ndr).
Esistono progetti ancora attivi in provincia di Asti?
Sì, c’è un progetto storico nato nel 1995 e ancora pienamente attivo, con le modalità dette, che coinvolge i Comuni di Castello d’Annone, Cerro Tanaro, Rocchetta e Refrancore.
Ipla agisce anche in comuni che non aderiscono a progetti specifici?
Ipla è direttamente coinvolta nelle attività di intervento per la gestione delle arbovirosi. Se un paziente si ammala di West Nile, la struttura ospedaliera lo comunica immediatamente al servizio regionale malattie infettive, che a sua volta avverte Ipla. A quel punto interveniamo entro 24 ore intorno all’abitazione del paziente per abbattere la popolazione di zanzare. Questo avviene secondo il protocollo del Ministero della Salute e il Piano nazionale arbovirosi. Questo protocollo si applica sia al West Nile, sia a malattie che potrebbero essere trasmesse dalla zanzara tigre.
Dato che Asti non partecipa ai progetti regionali, Ipla monitora comunque la situazione nel capoluogo?
Certo, effettuiamo un monitoraggio della zanzara tigre nel territorio comunale di Asti. Abbiamo cinque ovitrappole posizionate che ci permettono di raccogliere dati sull’infestazione e di calcolare l’R0, vale a dire l’indice di rischio. Questo ci permette di essere pronti a intervenire.
Come sta evolvendo la situazione della zanzara tigre ad Asti e in generale, considerando anche il cambiamento climatico?
La zanzara tigre, arrivata in Italia negli anni ’90 a Genova tramite carichi di pneumatici, è ormai diffusa ovunque, in particolare negli ambienti urbani. È una zanzara molto adattabile, capace di colonizzare qualsiasi piccolo ristagno d’acqua. In ogni caso per Asti, quest’anno l’infestazione si mantiene nella media degli scorsi anni e non ci sono situazioni particolarmente preoccupanti.
[nella foto il dottor Paolo Roberto]