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La Regione Piemonte taglia gli indennizzi per danni da cinghiali e fauna selvatica di quasi il 20%

Per quelli denunciati nel 2024 si passerà dal 100% all’83%. La Regione spiega di comunque quella con la percentuale di riconoscimento del danno più alta d’Italia.

A pochi giorni dal pagamento del saldo dei danni per l’anno 2023 da fauna selvatica, arriva la notizia di una decisione presa in seno alla giunta regionale.

Per quelli relativi al 2024 l’indennizzo riconosciuto dalla Regione Piemonte agli agricoltori passerà dal 100% all’83%. Di questa quota, come già in precedenza, il 10% sarà pagato dalle varie Atc (Ambito Territoriale Caccia) che si trovano nelle province.

Per i danni 2024 sono già stati stanziati 3 milioni e 600 mila euro circa che andranno a coprire l’83% dei danni periziati e quantificati complessivamente in 4 milioni 639 mila euro.

Quella dell’83%, spiega la Regione: «È una percentuale che pone il Piemonte al primo posto fra le Regioni italiane per quota di ristoro concretamente riconosciuta ai nostri agricoltori – dicono  il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore Paolo BongioanniUno strumento di sostegno diretto alle nostre imprese agricole che agisce in sinergia con le politiche strutturali e gli strumenti messi a disposizione dalla Regione per la prevenzione – come i vari bandi per l’acquisto e posa in opera di barriere fisiche e mezzi di contrasto – e con l’enorme lavoro di gestione della fauna selvatica condotto assieme alle Province e Città Metropolitana di Torino, agli Ambiti Territoriali Caccia e Comprensori Alpini dell’intero territorio regionale».

Con un’analisi dei danni distribuiti per territorio. La provincia più colpita è quella di Torino con 54mila quintali di prodotto perso nel 2024, seguita da Novara, Alessandria, Biella, Cuneo, Asti, Vco, Vercelli.

Curioso che la provincia più colpita da danni dei selvatici agli agricoltori sia quella con maggiore concentrazione metropolitana ma una spiegazione suggerita può essere quella di una maggiore difesa attiva nelle province più rurali che da più tempo devono fare i conti con queste presenze.

La diminuzione degli indennizzi di quasi il 20% è una notizia non certo buona per gli agricoltori che dovranno sforzarsi ancora di più per farsi parte attiva nella difesa dei loro campi. Possono farlo con l’autodifesa (possibilità di cacciare sulle loro proprietà a determinate condizioni e dopo una adeguata formazione) e l’installazione dei “gabbioni” di cattura che in provincia di Asti ha dato ottimi risultati. Insieme all’azione combinata con squadre di cacciatori.

La Regione si difenda però dall’accusa di aver tagliato gli indennizzi.

«Con la copertura flat dell’83% – scrive – il Piemonte è la regione italiana che assicura i risarcimenti più elevati.

Alcune riconoscono percentuali inferiori (fino al 70% nella provincia autonoma di Trento, fino all’80% in quella di Bolzano) mentre altre vincolano la percentuale all’entità del danno. Il Veneto, per esempio, riconosce appena il 60% della quota che eccede i 2500 euro. In altre si stabilisce un massima mentre la Lombardia, per il 2024, ha stanziato la metà di quanto stanziato dal Piemonte. Ci sono poi rgioni dove i danni sono totalmente a carico delle Atc».

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