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La reliquia di Don Bosco è tornata al Colle
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La reliquia di Don Bosco è tornata al Colle

Grande emozione mercoledì mattina al Colle Don Bosco per l’attesa cerimonia di riconsegna della reliquia contenente frammenti del cervello di San Giovanni Bosco rubata il 2 giugno e ritrovata dai carabinieri 12 giorni dopo

Grande emozione mercoledì mattina al Colle Don Bosco per l’attesa cerimonia di riconsegna della reliquia contenente frammenti del cervello di San Giovanni Bosco rubata il 2 giugno e ritrovata dai carabinieri 12 giorni dopo.

L’ampolla è arrivata a bordo di un fuoristrada dei carabinieri sul piazzale ai piedi della scalinata che porta alla basilica superiore; dalle mani del luogotenente Vincenzo Finocchiaro e del maresciallo maggiore Raffaele Sassu del Nucleo Operativo della Compagnia di Villanova è passata, dopo aver salito gli scalini fra due ali di giovani provenienti da tutta Europa, nelle mani di don Angel Fernandez Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani.

Il tutto alla presenza del generale di Corpo d’Armata Riccardo Amato, alla guida del Comando interregionale “Pastrengo”, del generale di divisione Mariano Mossa del Comando Legione Carabinieri Piemonte Valle d’Aosta, del comandante provinciale di  Asti tenente colonnello Bernardino Vagnoni e del capitano Gianfranco Pino, colui che ha guidato i suoi uomini della Compagnia di Villanova nelle convulse indagini per risalire all’autore del furto sacrilego.

Dopo essere rimasta per 12 giorni chiusa nella teiera stipata nella cucina di un piastrellista di Pinerolo, Giacomo Cusenza, che l’aveva rubata pensando di poter rivendere il reliquiario nel quale era contenuta ritenuto d’oro, l’ampolla è di nuovo in mani sicure, sistemata nella teca dietro l’altar maggiore della chiesa inferiore, nel luogo in cui sorgeva la cameretta della Cascina Biglione in cui Don Bosco è nato nel 1816.

“Questo atto pubblico di restituzione dell’ampolla – ha detto don Ezio Orsini, rettore della basilica – realizza il motto della peregrinazione dell’urna del Santo nell’anno del suo bicentenario “Don Bosco è qui”. E oggi tutti noi siamo un po’ Don Bosco”.

“Anche per noi carabinieri questa è una giornata molto particolare – ha commentato il generale Amato – perchè si rinsalda un antico legame con la comunità salesiana. Don Bosco era molto attento ai nuovi disagi sociali e ai nuovi approcci della pedagogia per aiutare i giovani così come l’Arma si sforza di fare ogni giorno. E non possiamo dimenticare il sacrificio di Salvo d’Acquisto, il carabiniere che si immolò nel 1843 per salvare degli ostaggi: un’eroica testimonianza di un uomo dell’Arma ex allievo salesiano”.

Accorati e sinceri ringraziamenti all’Arma sono arrivati dal Rettor Maggiore Artime che ha anche spiegato il significato moderno di tanta devozione ad una reliquia: “E’ l’esempio tangibile di come uomini e donne in carne ed ossa come noi siano stati capaci di grandi cose”.

La reliquia è stata al centro dell’altare per tutto il tempo della Messa che è seguita alla consegna ufficiale poi, nel corso di una cerimonia chiusa al pubblico, è stata ricollocata al suo posto, nella teca dotata di allarme.

A corollario della cerimonia una nota curiosa: quella di mercoledì è stata una celebrazione valida ma non “lecita” in quanto, secondo il protocollo liturgico avrebbe dovuto presiedere la messa il sacerdote “più alto in grado”, ovvero il cardinale Tarcisio Bertone, già Segretario di Stato Vaticano, ma è stata invece condotta da don Artime, nella sua qualità di capo della congregazione Salesiana, decimo successore di Don Bosco.

Daniela Peira

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