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La sensitiva e il fantasma del Lajone
Attualità

La sensitiva e il fantasma del Lajone

L’astigiana Angela Dagna racconta l’insolita vicenda che la legherebbe allo spettro di una bambina morta centinaia di anni fa

Immerso tra le campagne alessandrine, tra campi coltivati e boschi rigogliosi sorge a Piepasso, frazione di Quattordio, il Castello di Lajone. Rinomata location per matrimoni di classe, il maniero è stato un tempo la residenza estiva di nobili casate piemontesi e siciliane che dal Seicento si sono alternate sotto le sue mura.

La sua è una storia che si perde nel tempo (sembra infatti che l’attuale fabbricato sorga sui resti di una rocca più antica) e come ogni castello che si rispetti anche il Lajone ha il suo fantasma. Ad accompagnarci in un’arcana atmosfera di spiriti e presenze è Angela Dagna, astigiana di 59 anni, che un po’ controvoglia si definisce oggi una “sensitiva”. Lei, che fin da bambina ha avuto coscienza di possedere una sensibilità più sviluppata di altri, tanto da venire etichettata come «strega» dai compagni di scuola, ha vissuto in simbiosi con il castello per cinque anni della sua infanzia, dal 1966 al 1969.

In questo lasso di tempo, Angela sarebbe entrata in contatto con una presenza che solo successivamente avrebbe scoperto essere quella di una ragazzina. «Non ho mai visto spettri se è questo che volete sapere – ci dice con una schiettezza ruvida ma spontanea Angela – ma quando giocavo in cortile sentivo di essere osservata e al tramonto, quando alzavo gli occhi verso una precisa finestra del castello, la tendina si abbassava improvvisamente. Ma nel castello non c’era nessuno».

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Lucia Pignari

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